SFIDA ALL’EUROPA

di Pierluigi Castellani

Le baruffe quotidiane ed il continuo chiacchiericcio della politica italiana stanno distogliendo i cittadini dal nuovo scenario geopolitico, che si sta profilando con l’insediamento di Donald Trump alla casa Bianca. ” Trump è un pugno in faccia a ottant’anni di politica estera americana”, così Fareed Zakaria, politologo americano sul Corriere dalla Sera del 7 febbraio. E non è una considerazione priva di fondamenta, basti pensare ai dazi minacciati a mezzo mondo, all’ unilateralismo nei rapporti internazionali, al disimpegno Usa da importanti organismi internazionali come l’OMS e dall’accordo di Parigi sul clima, e così via, per prendere atto, che il nuovo inquilino della Casa Bianca persegue una politica di potenza ,che lo porta a dialogare, forte del suo apparato  militare e della sua economia, con i singoli stati anziché con istituzioni sovranazionali come l’Unione Europea. L’Europa quindi si trova ad un bivio, o si rafforza con una maggiore integrazione come sulla difesa o rischia di sbriciolarsi e divenire irrilevante sullo scenario politico internazionale. L’Europa dà fastidio ad un Trump che pensa di dominare l’Occidente per porsi come unico attore nei confronti della Russia e della Cina non tenendo conto, che lo scenario internazionale non è così semplificato per cui basta tenersi buono Putin per poi porsi con forza nei confronti del gigante asiatico. Non è così, perché stanno emergendo nuovi attori internazionali come l’India ed i paesi  cosiddetti BRICS, che vogliono contare e difendere i loro interessi. La politica di potenza, come ha detto Sergio Mattarella, è roba dell’ottocento, oggi il multilateralismo impone un approccio diverso, che tenga conto degli interessi di tutti, che può essere realizzato solo nei compromessi, che nascono all’interno delle istituzioni sovranazionali, che solo possono garantire pace e prosperità. Non a caso Zakaria ricorda che ottanta anni fa furono proprio gli Usa a far nascere l’ONU e la Nato come alternativa all’allora Patto di Varsavia. E’ per questo che Trump e del resto Putin non tollerano un ‘Europa unita e forte. Ed è una pura illusione che la Meloni possa fare da pontiere tra gli Usa e la Commissione Europea perché rischia di farsi strumento proprio dell’indebolimento se non della disgregazione dell’Europa ,che farebbe piacere sia a Trump  che a Putin. Il dialogo tra le due sponde dell’Atlantico deve essere affidato a chi rappresenta ufficialmente l’Europa e quindi alla Von der Leyen presidente della Commissione. Per questo bisogna essere consapevoli e rendere edotti gli elettori, che la sfida oggi si sta giocando su scenari più ampi del cortile di casa e la politica italiana oggi non può perdere di vista  quello che sta accadendo sopra le nostre teste. Ne va della dignità del nostro paese e del nostro sviluppo oltre che del bene supremo della pace.