L’incubo dei dazi di Trump per l’enogastronomia dell’Umbria: una bottiglia di Montefalco rosso da 7 euro arriverà a 90 dollari

La spada di Damocle-Trump sui prodotti italiani sta creando un forte allarme anche in Umbria. Soprattutto il mondo della produzione enogastronomica è sull’allerta, in particolare il vino e l’olio. Due prodotti tra i più penalizzati e la situazione rischia di diventare più grave dal 2026, quando più forte sarà l’impatto annuale sull’export. Una spade di Damocle pesante per l’Umbria, regione dove le produzioni sono assicurate da piccole imprese che rappresentano l’ossatura del sistema produttivo. Molte di queste, infatti, non hanno la capacità finanziaria per assorbire i costi aggiuntivi dei dazi o per trasferire rapidamente la produzione, come potrebbero invece fare le grandi aziende. Di fronte alla minaccia dei dazi americani c’è chi tenta di ricorrere ai ripari. Come Marco Caprai, uno dei produttori più noti di Sagrantino che ha già spostato negli Usa tutto il prodotto necessario a coprire il proprio mercato fino al primo trimestre 2026. “Questa cosa per il mondo agricolo avrà impatti devastanti”, sottolinea all’Ansa Caprai. L’imprenditore umbro spiega che l’export di vino umbro verso gli Usa è stimato in circa 15 milioni di euro. “E’ destinato probabilmente a dimezzarsi – aggiunge – creando un grande problema commerciale e vanificando gli enormi investimenti che ogni cantina ha fatto negli anni per vendere sul mercato più grande e competitivo del mondo”. Il danno però sarà notevole anche per i prodotti trasformati: prosciutto, salami e formaggi. Perché ? ” Buona parte della soia e del mais – spiega Caprai –  arriva in Europa dagli Usa e quindi andrà a scontare la risposta con i dazi europei e ritornando in Usa una volta trasformato pagherà i dazi americani”. Se i dazi sul vino dovessero essere effettivamente  applicati, una bottiglia di Montefalco rosso che parte dall’Umbria a circa sette euro potrebbe arrivare a essere pagata negli Usa circa 90 dollari, poco più di 82 euro. Attualmente una bottiglia di Montefalco da sette euro viene venduta sul tavolo di un ristorante americano a circa 60 dollari più il 20% di servizio. Ovvero circa 70 dollari. Mentre domani con i dazi potrebbe arrivare intorno ai 75 dollari più servizio. Quindi 90 dollari. Il presidente nazionale di Assoenologi, l’umbro Riccardo Cotarella, confida molto nell’interlocuzione della premier Giorgia Meloni con il presidente Trump. “L’ipotesi che gli Stati Uniti – confessa all’Ansa – possano introdurre dazi pesanti anche per il vino preoccupa molto. Per questo, visto il rapporto di profonda stima reciproca tra l’Italia e l’America, mi auguro che i dazi non coinvolgano il nostro settore e neanche altri segmenti dell’economia italiana”. E se dovessero essere introdotti ? “Il nostro vino ha un grande appeal negli Stati Uniti, è un’icona al pari del Parmigiano o altri grandi prodotti del nostro agroalimentare e quindi difficilmente i consumatori rinunceranno alle nostre bottiglie, anche se inevitabilmente una contrazione dei consumi ce la dovremmo attendere”.