Turismo, segnali positivi per Trasimeno, Orvieto e Valnerina. Meno bene Perugia e Assisi.
Il prossimo week end sarà un altro test importante per capire se i turisti stanno ritornando in Umbria. Nel primo fine settimana di giugno ci sono stati tiepidi segnali di ripresa, ma la sensazione è che i turisti arrivati sono residenti delle regioni limitrofe. Purtroppo il lockdown ha lasciato il segno, con danni pesantissimi per l’economia della nostra comunità. Ma la pandemia sta cambiando anche le scelte delle persone, si preferiscono soggiorni meno distanti dalla propria residenza e facilmente raggiungibili in auto. Molto probabilmente quanto è avvenuto nel primo week end in Umbria è anche il frutto di questa nuova realtà , caratterizzata da un turismo domestico e di vicinanza. Per adesso niente viaggiatori internazionali verso l’Umbria ma esclusivamente viaggiatori a corto raggio. E questa è anche la ragione che spiega i primi movimenti di questi giorni. I flussi in entrata raccontano di una regione a macchia di leopardo, con alcuni territori che sono stati raggiunti da turisti mentre altri meno. Turisti di vicinanza, naturalmente. Secondo alcuni dati la Valnerina, il Trasimeno e Orvieto hanno registrato dei buoni flussi mentre Perugia, Assisi e l’Alto Tevere hanno sofferto ancora molto. Come si spiega tutto questo ? La città di San Francesco vive principalmente di turismo religioso, di viaggiatori che arrivano con gruppi organizzati e di pacchetti che vedono Assisi all’interno di un itinerario più lungo, come ad esempio quello Roma-Firenze-Venezia. Perugia da sempre è legata ad Assisi nei flussi , oltre ad eventi che negli ultimi anni hanno rappresentato la migliore offerta turistica: Festival del giornalismo e Umabria Jazz, solo per fare due esempi. La Valnerina da segnali di ripresa perchè la sua offerta è molto legata al turismo di prossimità, ai tanti borghi minori presenti nel territorio, alle bellezze naturali come Castelluccio e , soprattutto, a tanti umbri che negli anni sono andati a lavorare a Roma. Così come il Trasimeno che pur non potendo contare su una fetta importante di turisti stranieri ( Olandesi, belgi, tedeschi) può uscire gradualmente dalle secche della crisi generata puntando su un turismo autoctono, compensando in parte la perdita del mancato arrivo dei turisti stranieri. Per il Lago può essere anche l’anno dei turisti umbri che scelgono di trascorrere le vacanze nella regione di residenza. Turisti identitari che conoscendo le bellezze del Trasimeno decidono di non andare fuori. Orvieto, invece, può beneficiare di tante cose: vicinanza a Roma, buon collegamenti ferroviari e autostradali, vicinissima all’aeroporto di Fiumicino. E qualcosa si è già iniziato a vedere, quasi 800 sono stati i turisti che durante lo scorso fine settimana hanno visitato il pozzo di San Patrizio. Certo una rondine non fa primavera ma dei segnali positivi ci sono.