Caso Andrea Prospero, c’è un secondo indagato: perquisita casa di un giovane campano

“In due mesi e quindi in tempi abbastanza brevi riteniamo di avere individuato il possibile autore dell’aiuto al suicidio. Anche se ovviamente vale  la presunzione di innocenza”: lo ha detto il Procuratore di Perugia Raffaele Cantone a margine della conferenza stampa di oggi nella quale è stato fatto il punto sulle indagini relative alla morte dello studente universitario Andrea Prospero. “Istigazione o aiuto al suicidio” il reato contestato al giovane della provincia di Roma. “Un’indagine complicata – ha spiegato Cantone – tutta fatta utilizzando i dati presenti sui cellulari e gli apparati informatici. Si tratta comunque  solo del primo tassello. L’indagine deve infatti continuare a comprendere poi tutta una serie di questioni che riguardano la presenza delle sim e di più cellulari. E soprattutto perché c’era l’utilizzo di questo appartamento da parte di un ragazzo che sembrava non averne ragioni”. Andrea Prospero è stato, quindi, “incoraggiato” in chat al suicidio. Ma c’è una seconda persona indagata per la cessione di un medicinale di tipo oppiaceo. Stamattina, infatti, è stata eseguita una seconda perquisizione in Campania, nell’abitazione di un giovane che gli inquirenti ritengono essere colui che ha venduto il medicinale. Non risponde dello stesso reato di istigazione o aiuto al suicidio “perché l’indagato non era in grado di conoscere la ragione per la quale Prospero lo ha utilizzato. Durante la perquisizione sarebbero stati trovati circa 10 mila euro in contanti. Dalle indagini è emerso che il giovane studente universitario di Lanciano, aveva rapporti con diversi interlocutori online e con uno aveva stretto una interlocuzione confidenziale. Proprio a quest’ultimo aveva confidato le sue preoccupazioni e insofferenze rispetto alla vita universitaria e il pensiero di togliersi la vita.