Caso Prospero, “Semplice e pericoloso procurarsi sul web oppiacei e farmaci”
Si concentreranno ora sull’analisi delle 60 schede sim, dei 5 telefoni e del pc le indagini sul suicidio di Andrea Prospero. Decesso per il quale un diciottenne romano è agli arresti domiciliari per istigazione o aiuto a togliersi la vita mentre un giovane campano è indagato per la cessione del farmaco oppiaceo utilizzato. La Procura della Repubblica di Perugia punta infatti a ricostruire la rete dei contatti di prospero. Sono stati, infatti, tutti recuperati i dati presenti nei telefoni cellulari e nel computer che ora sono al vaglio del Cosc della polizia postale e della squadra Mobile della Questura di Perugia. Le indagini sono coordinate dal Procuratore Cantone e dall’aggiunto Petrazzini. L’attività investigativa è concentrata anche sul ruolo del giovane campano, residente ad Afragola. Ieri mattina è stata eseguita una perquisizione nell’abitazione del ragazzo che, secondo l’accusa, avrebbe venduto alla vittima il medicinale. In casa sono stati trovati diecimila euro in contanti considerati frutto dell’attività di spaccio. Cantone ha precisato che il giovane di Afragola non risponde del reato di istigazione o aiuto al suicidio perché non era in grado di conoscere la ragione per la quale Prospero lo ha utilizzato. Il Procuratore capo di Perugia ha sottolineato “quanto sia purtroppo semplice procurarsi sul web oppiacei e farmaci particolarmente pericolosi”. L’autopsia, ha detto Cantone, è stata “assolutamente tranciante su quale sia stata la causa della morte di Andrea, dovuta all’ingestione di oppiacei fatta in maniera rilevante dal giovane”. Il Procuratore ha sottolineato un particolare preoccupante: “A casa di questo giovane campano – ha spiegato – appena diciottenne , abbiamo trovato oltre 10 mila euro in contanti. Questo dimostra quanto sia particolarmente lucroso tutto questo giro”.