Coronavirus, la corsa verso farmaci e vaccini. Il problema degli effetti e il farmaco anti-tumore.

La corsa a trovare soluzioni per contrastare il virus continua senza soste. Una corsa che rappresenta la luce in fondo al tunnel. Ma bisogna fare molta attenzione agli annunci di soluzioni miracolose anche perché  in molti casi la ricerca si riferisce a sperimentazioni  su un numero assai limitato di pazienti. La verità che si sta andando spesso per tentativi, e in questo momento non potrebbe essere diversamente. Certo è – ricordano gli esperti – che i tentativi estemporanei di per sé  difficilmente  consentono passi in avanti concreti nella terapia. Una cosa sono i farmaci, altra cosa quando si parla di vaccini. Contro Covid-19 mancano cure specifiche, in attesa di un vaccino o di antivirali ad hoc , si tentano altre strade, utilizzando l ‘armamentario farmacologico già disponibile. Con i farmaci si può lavorare sulla casistica, sulle esperienze pregresse e utilizzati in passato. Diversa è  la storia dei vaccini, testati il più  delle volte su topi, altri animali, esseri umani. Spesso si annunciano fasi di sperimentazione  mettendo in conto solo qualche settimana. La verità  è  che prima di distribuire  un vaccino destinato a qualche miliardo di persone è  indispensabile stabilire con la maggior sicurezza possibile che non produca effetti indesiderati gravi. Se alla fine tutto va bene resta da risolvere il problema della distribuzione su larghissima scala. Quindi anche qualora disponessimo a breve di un preparato efficace e che si dimostri sicuro su un numero significativo di volontari, non è  detto che tutto il mondo ne possa beneficiare entro un breve lasso di tempo. Per tornare ai farmaci c’ è da registrare un lavoro dell’ università  di Padova, una ipotesi di cura completamente diversa da quelle che caratterizzano le sperimentazioni in corso. Un farmaco per il tumore alla prostata per combattere il virus. Lo studio parte dalla constatazione che i meccanismi determinanti nella progressione del carcinoma sono gli stessi che permettono al coronavirus di infettare le cellule attaccando i ad un enzima della superficie.