Covid , i timori sull’attuale situazione: le prossime due settimane decisive. La mappa aggiornata dei contagi in Umbria, vietati salti in avanti.
Il no deciso del Comitato tecnico scientifico sull’apertura degli stadi al 25% scaturisce dai timori sull’attuale situazione epidemiologica, tutt’altro che rosea sebbene meno catastrofica che in molti dei Paesi vicini. L’Italia registra circa 1.800-1.900 contagi al giorno e ci vorrebbe un niente per far schizzare la curva in modo esponenziale come è accaduto in Francia. Le prossime due settimane saranno decisive per capire quanto è alto il rischio. Infatti nei prossimi 15 giorni si vedranno gli effetti della riapertura di scuole, istituti dell’infanzia (0 – 6 anni), università (dove le lezioni in presenza sono riprese), fine parziale dello smart working ( il 50% degli impiegati della pubblica amministrazione sono tornati in ufficio) ed election day. Prima di 2-3 settimane non si avranno dati di valutazione. C’è un verbale del Comitato tecnico scientifico – che sarà inviato alle Regioni – che raccomanda al Governo di intervenire per evitare salti in avanti e decisioni autonome di deroghe da parte dei governatori. Occorre , insomma, garantire assolutamente ” un allineamento alle scelte nazionali”. Per questo il Governo sarebbe pronto a bloccare eventuali iniziative regionali con un’ordinanza. Attualmente la crescita di ricoveri nei reparti di malattie infettive e nelle terapie intensive è di circa un punto al mese e se restasse così sarebbe sostenibile senza grossi problemi. Certo siamo lontani dalla criticità vissuta ma – sostengono i medici – la gravità dei malati in terapia intensiva è identica. Lo abbiamo visto anche in Umbria dove è tornato a salire il numero delle vittime (85): tre decessi in una settimana. Non bisogna mollare la presa anche perchè con l’arrivo della stagione invernale arriveranno le sindromi influenzali e bisognerà fare attenzione a non intasare gli ospedali. In Umbria superano quota 500 gli attualmente positivi al Covid, i ricoverati sono arrivati a 37 ( 18 all’Ospedale di Terni e 19 in quello di Perugia) e più di duemila persone sono ad oggi in isolamento. Numeri non drammatici ma nemmeno da sottovalutare. La media dei nuovi positivi nell’ultima settimana è stata di 22 casi giornalieri. Perugia con 107 casi è la città umbra più colpita, subito dopo c’è Terni con 105 : questo sta a significare che nei grandi centri ci sono stati errori – come nella gestione della movida – che hanno fatto impennare i contagi. Il dato umbro presenta però un elemento in più: non ci sono territori – a parte una quindicina di piccoli comuni – che si sono salvati e il virus circola dovunque. Anche la dove fino a pochi giorni fa sembrava non esistere, come a Sellano – comune di 1200 abitanti – che in pochi giorni è arrivato a 11 casi positivi. Tra l’altro si iniziano ad accertare i primi contagi nell’ambito scolastico, soprattutto nel perugino, dove la presenza di alunni positivi ha fatto scattare la chiusura di una ventina di classi . In quarantena non solo studenti ma anche insegnanti e genitori come a Spoleto ( Liceo Scientifico e Alberghiero), a Perugia ( Bernardino di Betto e istituto Pascal), Foligno, Gubbio, Bastia. Anche il mondo del calcio deve fare i conti con il virus: a Spoleto è risultato positivo un ragazzo che gioca con la Ducato: tampone per tutta la squadra . Per concludere possiamo dire che la situazione è sotto controllo e la curva epidemiologica non fa ancora paura ma guai ad avvicinarsi alla soglia di allarme.