Dopo Masini anche l’aggiunto di Reggio Calabria presenta ricorso al Tar contro la nomina di Cantone a Perugia.
Il primo a fare ricorso contro la nomina di Raffaele Cantone a Procuratore capo di Perugia fu il procuratore aggiunto di Salerno Luca Masini, secondo cui la nomina del Csm è viziata da ” macroscopici errori, arbitrarietà, eccesso di potere e ingiustizia manifesta “. Ora c’è un altro magistrato , molto conosciuto, che ricorre al Tar contro Cantone per le “contraddizioni” che emergerebbero dalla decisione del Csm presa ” in violazione della normativa”. Si tratta del procuratore aggiunto di Reggio Calabria Gaetano Paci, escluso dalla V commissione del Csm. Così al Tar del Lazio ora sono due i ricorsi depositati contro la scelta di Cantone. Raffaele Cantone è arrivato nel capoluogo umbro il 29 giugno scorso, dopo essere stato nominato dal Csm. Rilasciando alcune brevi considerazioni alla stampa confessò di sentirsi ” onorato di questa occasione che il Consiglio Superiore della magistratura mi ha dato”. Poi aggiunse che tutte le sue energie ” nei prossimi quattro anni saranno dedicate a questo Ufficio”. A suo favore hanno votato le toghe progressiste di Area e i laici di tutto lo schieramento politico. Cantone non è stato soltanto il magistrato che ha rimesso in piedi l’Autorità anticorruzione di cui è stato presidente sino all’anno scorso ma molti ricordano ancora le sue battaglie contro i clan dei Casalesi, riuscendo a ottenere l’ergastolo per i suoi capi. Battaglia vinta ma proprio per il suo impegno e determinazione contro la camorra da 17 anni vive sotto scorta. La sua nomina fu contestata da Piercamillo Davigo, relatore della proposta a favore di Masini, che accusò il Csm di aver imboccato ” una scorciatoia saltando la fila, cosa che fa infuriare i magistrati”. Contro la nomina di Cantone si scagliò anche Nino Di Matteo che andò oltre Davigo affermando che ” Cantone ha ricoperto un prestigioso incarico politico. E’ per questo che non è opportuno che vada a dirigere proprio quella procura competente sui magistrati in servizio a Roma e su ipotesi di reato che possono riguardare a vario titolo politici o ambienti di potere romano inevitabilmente vicini e connessi a quella stessa compagine politica che fu decisiva nella sua nomina”. Gaetano Paci, procuratore aggiunto di Reggio Calabria, ex magistrato antimafia di Palermo, non fu preso in considerazione dalla competente Quinta commissione del Csm. Il Tar Lazio deciderà nei prossimi giorni la data dell’udienza in cui saranno esaminati i motivi dei ricorsi di Luca Masini e Gaetano Paci.