Esplosione Valfabbrica, la storia della comunita’ Ananda e quella inchiesta di 20 anni fa. Stanno meglio i 3 feriti


Ad evitare una tragedia ancora più grande sarebbero stati gli architrave del Casale che hanno salvato gli altri ospiti della comunità spirituale Ananda che da diversi decenni è presente anche in Umbria con quasi un centinaio di residenti, per la maggior parte di nazionalità straniera. L’uomo di 59 anni, di nazionalità indiana, morto a seguito della violenta esplosione, era arrivato nel casolare di Valfabbrica da poco. Uno dei tre feriti è la moglie del 59enne, una donna di quasi 70 anni, di nazionalità italiana , è ricoverata all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia e non è in pericolo di vita. Gli altri due feriti sono invece ricoverati all’ospedale di Branca, si tratta di una coppia composta da una persona di nazionalità austriaca e l’altra statunitense,  che viveva nel casale da diverso tempo. Ma chi sono i residenti di questa comunità? Ananda è un rito spirituale che accoglie ogni anno ricercatori spirituali di ogni età,  che convergono da diverse parti del mondo per sperimentare la spiritualità nella vita quotidiana, che viene insegnata dagli stessi residenti della comunità. Ananda è stata fondata nel 1968, è una rete internazionale di otto comunità  con centinaia di centri e gruppi negli Stati Uniti, India e in Europa. In Umbria il centro è nato nel 1983 e dal 1987 opera vicino ad Assisi. Quasi 20 anni fa Ananda fu al centro di una inchiesta della Procura di Perugia che portò all’arresto di diversi dirigenti della comunità con accuse pesantissime che andavano dall’associazione a delinquere alla riduzione in schiavitù e circonvenzione di incapace. Insomma per gli investigatori d’allora ci si trovava di fronte a veri truffatori. In realtà quell’inchiesta si squaglio’ sul nascere, non superò nemmeno l’udienza del Gup. Gli aderenti alla comunità si dichiarano cristiani, o meglio affermano che il loro sforzo è quello di coniugare la spiritualità orientale con i valori cristiani, che passa principalmente attraverso l’accoglienza. Praticano lo yoga e forme di meditazione di origine orientale. Tornando alla tragedia di questa notte l’ipotesi principale sulla quale stanno lavorando i vigili del fuoco è quella della fuga di gas dalla cucina, che si trova nel primo piano della casa. Dei tre feriti la più grave è risultata proprio la moglie della vittima, trasportata in codice rosso all’Ospedale di Perugia  e ricoverata , dopo i primi accertamenti in Pronto soccorso, nel reparto di Neurochirurgia. I tre comunque stanno meglio e i medici non manifestano eccessive preoccupazioni. Naturalmente le indagini sono coordinate dalla Procura della Repubblica di Perugia.