Gli esperti umbri: ” Nella nostra Regione il virus non è indebolito forse più pericoloso”
La discesa c’è ma è ancora lenta. E’ questo il dato che emerge dai dati forniti dal Nucleo epidemiologico regionale. L’ Rt calcolato con media mobile degli ultimi sette giorni è di 0,74 ( 0,88 quello nazionale). ” La curva sta scendendo e si sta assestando, con dati buoni anche dell’ Rt e numeri confortanti che ci dicono che il Covid si sta spegnendo. Serve comunque massima attenzione per la presenza delle varianti”, ha sottolineato l’assessore regionale alla sanità Luca Coletto. Infatti, come risulta dai sequenziamenti fatti sul territorio regionale, le varianti inglese e brasiliana rappresentano il 96% dei nuovi casi. Sono gli stessi esperti a dire che ” il virus non è indebolito, è sempre lo stesso o addirittura più pericoloso”, sostengono i professori Antonella Mencacci e Fabrizio Stracci, direttori della Scuola di specializzazione in microbiologia e in Igiene e medicina preventiva dell’Università degli Studi di Perugia. ” I casi diagnosticati nella fase acuta dell’infezione, nel momento in cui la carica virale è massima – hanno spiegato Mencacci e Stracci in un intervento sulle pagine umbre del Messaggero – tendono ora a ridursi grazie alle misure di contenimento e quindi diventano numericamente più importanti i casi che vengono intercettati casualmente, ad esempio quando i pazienti accedono al servizio sanitario e ai test diagnostici per altri motivi di salute, magari al termine di una infezione ( spesso asintomatica) e quindi con bassa carica virale. Le affermazioni sul ravvedimento di Sars-CoV-2 sono pericolose in questo momento proprio perché assecondano la percezione che il problema sia risolto grazie a indubbie contingenze favorevoli, quali la disponibilità di vaccini, il miglioramento della gestione clinica, l’approssimarsi della stagione estiva, e quindi assecondano il nostro desiderio di lasciarci la pandemia alle spalle con tutte le sue maschere e le distanze che ha scavato nelle nostre relazioni sociali. Queste affermazioni sono pericolose perché ci inducono a cessare ogni misura e ogni attenzione in un tempo in cui il virus circola ancora attivamente, in cui ancora miete vittime in gran numero, in cui i vaccini sembrano essere meno efficaci verso alcune varianti, in cui si corrono dei rischi riaprendo le scuole e attività che inevitabilmente tendono ad accrescere le occasioni di contagio”. Per la Mencacci e Stracci ” è questo il momento di rafforzare negli operatori scolastici, nei sanitari, nei titolari di attività e nei lavoratori la determinazione a mirare alla eliminazione della circolazione del virus e a scongiurare la ricomparsa nel prossimo autunno. E’ il momento della responsabilità dei singoli – hanno aggiunto – dei controlli attenti per scongiurare imprudenze ed errori. Insomma, ormai sappiamo bene come si deve fare per evitare di infettarci e non contiamo su un virus più buono. Per questo alcune dichiarazioni primaverili ( ” Il virus è invecchiato”, ” Soffre il caldo”, ” Perde forza” e così via) sono molto pericolose soprattutto in questo momento, soprattutto nell’imminenza di riaperture. Abbiamo già visto che queste affermazioni primaverili hanno poi ceduto il passo alle ben più cupe affermazioni autunnali nella stagione della ripresa epidemica dello scorso ottobre”