Insegnanti non vaccinati, in Umbria il 33,3% mancano all’appello: un ritardo che rischia di condizionare l’inizio del nuovo anno scolastico

L’allarme è scattato ieri quando il commissario Francesco Figliuolo ha denunciato che ” ci sono almeno 8-9 Regioni in ritardo sulle vaccinazioni del personale scolastico”. Sulle riaperture in sicurezza delle scuole, prevista per settembre,  ” mancano all’appello ancora 215 mila insegnanti”. E i tempo a disposizione non è tanto.  Nessuno dimentica che a febbraio e marzo il personale scolastico aveva una corsia preferenziale nelle somministrazioni eppure sono ancora migliaia gli insegnanti non vaccinati. La volontà del governo è di archiviare, salvo rari casi, la didattica a distanza  mettendo però in sicurezza anche gli studenti della fascia tra i 12 e i 18 anni col vaccino Pfizer. In alcune regioni è stata già assegnata una priorità anche con open day dedicati. Sul personale scolastico però il trend di copertura non soddisfa il governo. Ci sono ben 9 regioni in ritardo, tra queste c’è l’Umbria. Quella messa peggio è la Liguria: solo il 37% degli insegnanti residenti ha completato il ciclo vaccinale. Poi abbiamo la Sicilia con meno di un insegnante su due, la Calabria ( coperto il 56,3%), Trento ( 56,5%), Sardegna (62,8%). L’Umbria, al momento, è riuscita a completare il ciclo vaccinale solo per il 66,7% del personale scolastico. Manca all’appello una fetta importante di insegnanti e personale tecnico delle scuole umbre: il 33,3%. Le proiezioni di copertura del personale scolastico, con questo andamento, rischiano di sforare ben al di là di settembre quando si spera di non dover costringere ancora una volta i ragazzi a seguire le lezioni alternandosi tra casa e scuola. Tutto questo in un quadro delicato dove i contagi – come avvenuto ieri in Italia –  risalgono. Lentamente e senza gravare sul sistema sanitario, che anzi continua ad avere un tasso di occupazione dei posti letto assai contenuto. Ma aumentano. Lo dice la risalita dell’indice di contagio, dopo quattro mesi di calo. La pandemia non è finita, come emerge anche da altri Paesi europei e del mondo. Effetto della circolazione della variante Delta, che ovunque si prepara a prendere il sopravvento sulla variante Alfa (ex inglese). In Italia il sorpasso dovrebbe avvenire a metà del mese. Tuttavia i quattro vaccini che vengono somministrati nel nostro Paese si rivelano efficaci anche contro questo ceppo del virus. Queste settimane, come ricordano gli esperti, sono cruciali e c’è l’assoluta necessità di chiudere questo lavoro di vaccinazione. Soprattutto nelle scuole se si vuole evitare di mettere a rischio il nuovo anno scolastico.