La Giunta adotta il Piano sanitario 2022-2026: farraginosa nota dell’assessore Coletto

La giunta regionale, su proposta dell’assessore alla Salute, Luca Coletto, ha preadottato le proposte di modifica alla legge regionale del 9 aprile 2015, n.11 e contestualmente ha adottato il Piano sanitario 2022-2026. Ora entrambi i disegni di legge passeranno al vaglio dell’Assemblea legislativa dell’Umbria per la definitiva approvazione. ” Si tratta – ha spiegato l’assessore Luca Coletto – del primo Piano adottato a seguito della pandemia che a messo a dura prova l’organizzazione della rete ospedaliera e dei servizi sanitari territoriali, facendone emergere  i punti di forza e le debolezze. Inoltre, la contestualità della redazione del nuovo Piano Sanitario con la definizione del ‘Piano  nazionale di ripresa e resilienza’, ha comportato alcune attenzioni e suggerito, ad esempio,  l’opportunità di ampliare il periodo di vigenza del Piano regionale da tre a cinque anni, per adeguare la valenza temporale ai tempi di realizzazione dei progetti del Pnrr, cui le strategie del Piano sono indissolubilmente collegate, ma lasciando impregiudicata  per i prossimi atti di programmazione sanitaria la facoltà di definirne i periodi di vigenza in base a contingenti valutazioni di opportunità”. Da qui sarebbe nata la necessità di apportare alcune modifiche al Testo unico che nella nuova versione prevede anche che il Piano sanitario sia approvato con legge. Per la giunta regionale, quindi, la redazione dl nuovo Piano sanitario è stata un obiettivo di rilevanza strategica fondamentale che, con un forte intreccio dell’ambito sociale  con quello sanitario, si “è prefisso l’obiettivo finale di migliorare e rendere più sicure ed efficaci le prestazioni per i cittadini”. Il consolidamento ed il rafforzamento dell’integrazione sociosanitaria si inserisce, di conseguenza, in un percorso virtuoso volto ad evitare duplicazioni di intervento, ad un uso più efficiente ed efficace delle risorse professionali e finanziarie, alla prontezza, appropriatezza e continuità delle risposte a vecchi e nuovi bisogni puntando, nel contempo, sulla prevenzione Sul versante del procedimento – spiega un comunicato della giunta regionale – muovendo dall’analisi dello stato del sistema sanitario e sociale al 31 dicembre 2019 attraverso la stesura del Libro bianco, è stato preadottato lo schema del nuovo Pano sanitario, ai fini dell’avvio degli adempimenti di concertazione sociale ed istituzionale. Quindi oltre ad espletare tale fase concertativa sono stati acquisiti i pareri del Consiglio delle autonomie locali (Cal), delle Conferenze dei sindaci  dell’Università degli Studi di Perugia. A seguito del parere del ministero della Salute che ha rilevato come l’impostazione generale del Piano sanitario regionale abbia ripreso le indicazioni prioritarie della programmazione nazionale, la Regione si è inoltre impegnata a elaborare specifiche schede di intervento che, per ogni strategia delineata, definiranno gli obiettivi generali e specifici, le azioni attuative, con relativi target e cronoprogrammi che saranno oggetto di costante monitoraggio per misurarne il livello di raggiungimento. In sede di concertazione è emerso, tra l’altro, che la prevista ripartizione del territorio regionale in due aziende sanitarie  Usl e in cinque distretti non risulta in linea con precedenti esperienze di collaborazione, scambi, che storia e tradizioni locali hanno consolidato in alcuni territori della regione. Ciò ha determinato un ripensamento nella configurazione dei distretti, che dovranno passare da cinque a quattro. Tale scelta non avrà risvolti nel testo del Piano sanitario, se non per la configurazione delle centrali operative territoriali, che rispetto al precedente modello proposto un Hub e cinque spoke, passeranno a un Hub e quattro spoke (ognuna delle spoke suddivise in due moduli). Questa nuova configurazione, tra l’altro, ha detto l’assessore Coletto, risulta in linea con criteri e target previsti per la missione 6 , componenti 1 dal decreto del ministero della salute 20 gennaio 2022, recante la ripartizione programmatica delle risorse per i progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza e del Piano degli investimenti complementari. Alcune delle tematiche da sviluppare e evidenziate in fase di concertazione, come la salute mentale, dipendenze, salute materno-infantile dell’età evolutiva, sostegno delle persone con disabilità, malattie rare, medicina di genere, assistenza agli immigrati e salute in carcere, già riportate come criticità nel Libro bianco, saranno oggetto di successivi e specifici atti di programmazione. Le principali novità introdotte nel Piano sanitario regionale, spiega la Regione, riguardano la governance, con elementi di innovazione rappresentati dal Board per il governo del sistema sanitario regionale, il supporto della commissione tecnica regionale che valuta e autorizza le spese e gli investimenti delle quattro aziende, il nuovo sistema di accreditamento istituzionale, l’assistenza territoriale, la riduzione del numero dei distretti da 12 a 4, l’istituzione delle case di comunità, gli ospedali di comunità, le centrali operative territoriali, la presa in carico del malato cronico, il potenziamento delle cure palliative, la riconfigurazione della rete ospedaliera in aderenza ai parametri del DM 70/2015, con revisione delle reti dei servizi clinici generali e della rete dell’emergenza e urgenza, l’istituzione dell’ispettivo regionale e la realizzazione dell’elisoccorso regionale. Prevista anche l’istituzione di un Ircs , l’attuazione del protocollo d’intesa con l’Università degli Studi di Perugia di cui alla delibera della giunta regionale 364/2022 e lo sviluppo dell’eco sistema digitale dei servizi per il cittadino. A questo punto non resta che chiedere agli umbri cosa abbiano capito di questo lungo e farraginoso comunicato della giunta regionale.