Lavoro, ripartire in sicurezza: “Sanificazione solo da aziende specializzate”

PERUGIA– Cosa si intende per sanificazione e con che periodicità va effettuata e da chi? Cosa si rischia se non è stata rilasciata la certificazione idonea? Per i negozi di abbigliamento cosa cambierà? Si potranno provare i capi? In che modo cambierà il lavoro? Sono state queste le domande poste da imprenditori e titolari di attività commerciali, alberghiere, ristorazione e catering, durante il webinar gratuito, dal tema “#Restartimpresa – Come affrontare la ripartenza”, promosso dall’agenzia di intermediazione e società di consulenza Somministrazione lavoro srl di Perugia, che si è tenuto giovedì 30 aprile, e che ha visto la partecipazione di 80 aziende. A moderare l’incontro Giulia Rosi, socio amministratore e direttore generale dell’agenzia che ha ricordato il progetto “Best side – Il lato migliore”: “Con il quale vogliamo dare il nostro supporto a lavoratori ed aziende che dovranno essere in grado di affrontare le nuove sfide dovute all’emergenza sanitaria”.

Il tema della sanificazione è stato affrontato da Gianluca Spallotta, membro del Consiglio generale di Retimpresa Confindustria Italia e presidente di Horeca Group e di Quark srl, che ha spiegato: “Tutte le attività di ogni categoria, compresi gli uffici, devono effettuare servizi di sanificazione, che comprende la pulizia che può essere gestita dal proprietario della struttura o dal titolare dell’azienda, e la disinfezione, che nell’insieme formano il protocollo da seguire in base alle indicazioni fornite dal Ministero della salute. La sanificazione va effettuata con attrezzature adeguate da aziende che hanno i requisiti per erogare questo tipo di servizio e con prodotti inattivanti, quali ipoclorito di sodio, perossido di idrogeno o etanolo con alcol almeno al 70%. Le aziende che effettuano la sanificazione devono essere riconosciute e specializzate e devono rilasciare la relativa certificazione. Solo chi presenta la documentazione adeguata può ricevere l’accredito fino al 50% delle imposte per i relativi costi”. Spallotta ha anche ribadito: “Ovviamente una struttura con mille afflussi al giorno richiede servizi di sanificazione più frequenti, rispetto, invece, ad un ufficio a minor rischio contagio. Sono già in corso i controlli di polizia locale e finanza per verificare se le sanificazioni vengano effettuate autonomamente o da aziende specializzate. Il rischio, se non si è a norma con la certificazione idonea, è la sospensione dell’attività”. Ancora in fase di studio il protocollo per quanto riguarda i negozi di abbigliamento, come ha ricordato Gianluca Spallotta: “Si sta valutando l’acquisto senza provare il capo o creare una sorta di cassa in cui o la sera o settimanalmente tutti i vestiti vengono in qualche modo sanificati”. Per il settore ristorazione, dove il rischio contagio è altissimo, sono necessari pannelli divisori da sistemare sui tavoli, che devono essere trattati a fine servizio o a fine serata.

Su come stanno cambiando le nostre abitudini professionali e come la tecnologia e i social network possono essere un valore aggiunto ne ha parlato Nicola Angelini, presidente del Gruppo giovani imprenditori dell’Apmi (Associazione piccole medie e imprese) Umbria e di Angelini & Co srl. “Cambierà l’organizzazione del lavoro – ha detto Angelini –, a partire da quello commerciale. La connessione e i suoi vari strumenti sono un enorme potenziale, tramite le piattaforme social, fra tutte LinkedIn, si possono intercettare maggiori potenziali clienti, abbattendo i costi degli spostamenti. Saranno utili le videoconference e i webinar, soprattutto quest’ultimi, insieme all’e-commerce, avranno un ruolo fondamentale, dovranno essere sempre più numerosi e costanti: informativi e formativi. Importante sarà, infine, anche la formazione, perché il linguaggio utilizzato dovrà essere adeguato alle nuove tecnologie”.

Più tecnico, infine, è stato l’intervento di Roberto Girolmoni, consulente del lavoro e presidente di Somministrazione lavoro srl, che si è soffermato sulla cassa integrazione. “Abbiamo avuto a che fare con varie tipologie di interventi previsti specificatamente per l’emergenza sanitaria – ha sottolineato Girolmoni –, due sono le categorie principali: la prima che accorpa le procedure riguardanti la Cassa integrazione ordinaria (Cigo) per le aziende del settore industria e il Fondo di integrazione salariale (Fis) per le imprese del settore commercio con un numero di addetti almeno pari a cinque. Per questa categoria di imprese, la procedura è stata in minima parte semplificata, sono rimasti, giustamente, gli obblighi di informativa e consultazione con le rappresentanze sindacali da esperire anche in modalità telematica. È, inoltre, prevista la possibilità di anticipare l’integrazione salariale in busta, ovvero di richiedere il pagamento diretto dall’Inps. È stata estesa la platea dei soggetti beneficiari dei trattamenti integrativi ai lavoratori assunti fino al 17 marzo. Un’altra categoria, invece, è quella in deroga, che viene attivata da procedure previste da ciascuna Regione con decreti specifici e tempistiche autonome, in Umbria è stata attivata il primo aprile. Questa procedura è di competenza del Ministero del lavoro quando le unità coinvolte risiedono in almeno cinque regioni. Ancora oggi ci sono molte aziende in attesa di autorizzazione dall’Inps per le quali ancora non sono state neanche avviate le procedure di pagamento. Attualmente la cassa integrazione ordinaria e quella in deroga, con causale Covid-19, hanno durata di nove settimane, fino al 31 agosto, ma è prevista una proroga fino al 31 ottobre, con estensione del periodo di ulteriori nove settimane”.

Chi è interessato può visionare, martedì 5 maggio, la registrazione del webinar sul sito www.somministrazionelavoro.com.