Medici e infermieri eroi indifesi, la Regione Umbria taglia le indennità: per un errore 2,8 milioni in meno

Ci mancava anche l’errore contabile per rendere amara la vita dei sanitari impegnati da oltre un anno nella emergenza Covid. Medici e infermieri costretti a turni massacranti, a rischi incalcolabili e obbligati a passare intere giornate nei reparti degli ospedali umbri. Per tutti i pericoli corsi e i sacrifici fatti era stata prevista una indennità. Riconoscimento messo in discussione da una sforbiciata della giunta regionale dell’Umbria, quando il 25 giugno scorso ha ridotto le risorse destinate proprio ai 10 mila dipendenti della sanità umbra. Erano previsti 10,2 milioni di euro ridotti poi a 7,4 milioni. Sono stati i sindacati ad accorgersi del taglio, deciso ” in maniera del tutto unilaterale dalla Regione”, hanno denunciato Cgil, Cisl, Uil e Fials. Accordi violati quindi che hanno alimentato il sospetto ” della scarsa tenuta economica del sistema sanitario umbro”. Preoccupazione denunciata dai rappresentanti dei lavoratori che hanno sottolineato come la ” Regione ha disatteso un altro impegno sbandierato ai quattro venti a inizio anno: fare 1.500 assunzioni di personale a tempo indeterminato”.  E’ stato il Ministero dell’Economia e delle Finanze a segnalare la grave svista ricordando alla Regione dell’Umbria che le risorse aggiuntive per le indennità Covid non possono essere superiori al doppio di quanto stanziato, che per la nostra Regione significava qualcosa come 3,7 milioni di euro. Alla fine è arrivata la delibera 592 con la quale la Regione riconosce l’errore contabile. L’amministrazione regionale, per effetto delle osservazioni del Ministero dell’Economia, ha riconosciuto la svista. ” L’amministrazione regionale – è scritto nella delibera di Palazzo Donini – ha erroneamente appostato sulla premialità Covid ulteriori 2,8 milioni per i quali si renderebbe necessario individuare forme di rientro al fine di scongiurare profili di responsabilità contabile”. L’atto adottato dalla Regione da mandato alla delegazione trattante regionale ” di riaprire il tavolo del confronto con le sigle del comparto e della dirigenza per rideterminare le risorse disponibili nonché per la conseguente revisione degli accordi sottoscritti in data 5 maggio 2020, 26 febbraio e 21 aprile 2021″.  Ma i sindacati picchiano forte sulla giunta regionale e sottolineano che ” non si tratta di riaprire il tavolo di confronto, che è stato del tutto inconcludente, ma di rispettare gli accordi”. In poche parole se  ” la Regione non ha i fondi per pagare quanto deve a lavoratrici e lavoratori” è un problema che deve risolvere la Presidente Tesei dopo gli errori commessi.  La sintesi di tutto questo è semplice: la Regione – dopo il clamoroso errore contabile –  riduce lo stanziamento di 2,8 milioni di euro e l’importo a favore dei sanitari impegnati a fronteggiare, spesso da soli, l’emergenza Covid scende da 10 milioni e 200 mila euro a 7 milioni e 400 mila euro. Ennesima delusione per donne e uomini del sistema sanitario umbro che in questo anno e mezzo hanno tenuto in piedi la sanità dell’Umbria, salvando tante persone da un virus che in Umbria ha provocato ben 1.419 vittime. Mantenere gli impegni è fondamentale per la credibilità delle Istituzioni.