“Mio figlio è stato ucciso”: il padre di Andrea Prospero chiede di sapere la verità
“Nostro figlio è stato ucciso”: lo sostengono i familiari di Andrea Prospero, lo studente di informatica trovato morto lo scorso 24 gennaio in un B&B a Perugia. La famiglia chiede ai magistrati di Perugia di sapere la verità, qualunque essa sia. Lo ha ribadito il padre, Michele, nell’ultima puntata di “Chi l’ha visto”. Con il cuore spezzato, il padre ha avanzato l’ipotesi che Andrea possa essere stato coinvolto in qualcosa di più grande di lui. “Credo che la sua bontà l’abbia portato a cadere in una trappola”, ha detto ai microfoni di “Chi l’ha visto”. Anche la sorella gemella, Anna, è convinta che Andrea non si sia tolto la vita volontariamente. Andrea era un ragazzo buono, riservato, molto bravo col computer. “Non si è ucciso, ma l’hanno ucciso ne sono convinto al 100%”, ha ribadito Michele Prospero. Per la sorella Anna la gentilezza di suo fratello “è stata sfruttata e lui non se ne è reso conto”. Una situazione dalla quale non sapeva come tirarsi fuori “ed è successo quello che è successo, è stato un ingenuo”. Anna è sicura: “Il suicidio non è una cosa da Andrea”. Accanto al cadavere di Andrea sono stati trovati quattro telefoni cellulari: gli investigatori vogliono capire cosa contengono e a chi appartengono. Vicino al corpo del diciannovenne sono stati trovati numerosi blister vuoti di ansiolitici. “Lui usava solo farmaci contro l’acne, al massimo qualche antibiotico”, assicura il papà. I magistrati perugini sono in attesa di avere i risultati dell’analisi sul computer e quelli sugli esami tossicologici che chiariranno l’entità dei farmaci trovati nel corpo di Andrea. Resta poi da aspettare l’analisi dei cellulari in possesso del ragazzo e individuare gli intestatari delle 41 schede telefoniche e delle due carte di credito trovate nella stanza. Le circostanze da chiarire sono ancora molte ma la famiglia del giovane abruzzese pretende di conoscere la verità sulle ultime ore di Andrea.