Muore a 39 anni con un ago nel polmone, la procura chiede il processo per 7 medici
La Procura della Repubblica di Perugia, dopo la chiusura delle indagini, chiede il processo per i sette medici dell’ospedale di Perugia indagati per omicidio colposo per la morte di Vincenzo Bosco, il 39enne morto il 26 aprile dello scorso anno dopo essere stato sottoposto ad anestesia prima di un intervento al setto nasale. La vittima aveva un ago da insulina all’interno dei polmoni. Il pm Franco Bettini, della procura di Perugia, ha chiesto il rinvio a giudizio per quattro anestesisti e tre otorinolaringoiatri. Tre dei sette medici sono specializzandi. I reati contestati sono omicidio colposo e responsabilità colposa in ambito sanitario. Vincenzo Bosco è morto in sala operatoria nelle fasi preliminari a causa di una insufficienza respiratoria. Secondo l’accusa, l’insufficienza respiratoria sarebbe stata “favorita dalla presenza di un corpo estraneo nel polmone, rappresentato da un ago da insulina”. La procura ritiene che ci siano state “condotte colpose omissive, negligenti ed imprudenti”. Una contestazione, secondo la tesi accusatoria, rafforzata dal fatto che al paziente non è stata fatta una radiografia del torace in un soggetto ” affetto da problematiche respiratorie”. Esame che avrebbe evidenziato la presenza del corpo estraneo. Ora sarà il giudice dell’udienza preliminare (Gup) a decidere se accogliere la richiesta dei colleghi di piazza Partigiani e rinviare a processo i sette indagati. L’udienza preliminare è fissata per il prossimo 9 novembre.