Nodino di Perugia, i comitati incontrano Comune e Regione: Romizi conferma il no, Tesei prende tempo

Hanno ribadito tutta la loro contrarietà i rappresentanti dei comitati nati per contrastare la realizzazione del cosiddetto ” Nodino di Perugia”.  Lo hanno riaffermato ancora ai vertici della Regione e del Comune di Perugia, ai quali sono state consegnate più di 8.500 firme raccolte tra la popolazione.  Un confronto non del tutto soddisfacente, almeno in parte.  Positivo è stato quello di venerdì con il Sindaco di Perugia Andrea Romizi, che ha confermato la posizione dell’amministrazione comunale di Palazzo dei Priori, già espressa in consiglio comunale con un ordine del giorno contrario all’opera, votato e approvato in modo bipartisan. Meno positivo, invece, l’incontro con la presidente della Regione Donatella Tesei che si sarebbe semplicemente impegnata ” a valutare le osservazioni dei Comitati”, senza dare alcuna risposta e senza “fissare una data entro la quale comunicherà le sue considerazioni”.  Silenzio tombale dell’assessore regionale Enrico Melasecche che sull’argomento è stato preso di mira anche dal Sindaco di Perugia Romizi. A rappresentare i comitati c’era una delegazione composta da Simonetta Cianetti e Pietro Floris, rispettivamente presidente e vicepresidente del coordinamento, dall’Ing. Alessandro Severi, ex dirigente della Regione e consulente tecnico dei comitati, da Raoul Segatori, delegato Fai Umbria, dagli avvocati Gabriele Mancini e Francesca Canalicchi. Inoltre, hanno partecipato agli incontri il Sindaco di Torgiano Eridano Liberti e gli assessori comunali di Perugia, Otello Numerini e Margherita Scoccia. La delegazione dei comitati ha riaffermato, ai vertici delle due istituzioni, le argomentazioni del no alla bretella di 7 chilometri  che dovrebbe collegare Collestrada a Madonna del Piano, anche alla luce dei dati di traffico recentemente pubblicati da Anas che ” confermano l’assoluta inutilità dell’opera in termini di costi e benefici”. Proprio alla presidente Donatella Tesei hanno ribadito le contraddizioni emerse dal comportamento della Regione che non tiene conto del fatto che ” gli interventi ricadrebbero all’interno delle aree Zsc (Zone speciali di conservazione) per le quali sono previste strettissime misure di conservazione”, con il serio rischio “di una procedura di infrazione con pesanti sanzioni”. Insomma, una infrastruttura inutile che rischia di “danneggiare in modo indelebile il territorio di Perugia e dell’Umbria”.