Perugia, 150 famiglie del Liceo Mariotti contrarie alla “settimana corta”

Il Consiglio d’Istituto del Liceo classico Mariotti di Perugia ha proposto la cosiddetta “settimana corta” ma una buona parte dei genitori degli studenti l’ha bocciata. Quasi 150 firme sono state raccolte e inviate alla preside del prestigioso liceo perugino. La responsabile dell’Istituto si è vista arrivare una lunga lettera con la quale le famiglie dei ragazzi mettono in discussione la proposta.  “La funzione della scuola pubblica – è scritto nella lettera – è la crescita culturale ed umana dei ragazzi, pertanto si presuppone che questa debba essere al centro di ogni eventuale modifica dell’organizzazione scolastica e che non possa essere subordinata a ragioni di bilancio economico o a meri interessi personali relativi al sabato libero”. La lettera poi entra nel merito della eventuale scelta della “settimana corta” evidenziando le ragioni della contrarietà. ” Pensiamo – proseguono i genitori – che l’abolizione del sabato scolastico non rechi alcun vantaggio per lo studio, che anzi appare gravato attraverso la concentrazione nello stesso giorno di più materie. Il liceo classico in particolare, a differenza forse di altre scuole con approccio più tecnico-laboratoriale, richiede tempi di apprendimento lenti, che permettano di interiorizzare ed elaborare le conoscenze e competenze acquisite e farne tesoro per la vita. Per questo, anche la compensazione dell’abolizione del sabato con la riduzione dei minuti di lezione, non si ritiene possa recare beneficio alla formazione dei ragazzi: si tratta, in sostanza, di una riduzione della formazione. Non andare a scuola di sabato pregiudicherebbe anche la possibilità di coltivare interessi extrascolastici, che pur fanno parte della sfera ineludibile della crescita personale e culturale, quali lo sport, la musica, la lettura, la socialità”. La stessa partecipazione ai progetti extracurriculari offerti dalla scuola, concludono i 150 firmatari, “ne risulterebbe ostacolata”. “Si fa osservare inoltre – concludono – che la concentrazione di più ore nella stessa giornata pregiudica anche la corretta alimentazione degli alunni”.