Perugia: probabilmente dal 2 febbraio tutte le scuole chiuse. Resteranno aperte quelle materne

PERUGIA – Il Comune di Perugia dovrebbe tutte le scuole dal 2 febbraio, ad eccezione di quelle dell’infanzia. L’amministrazione del sindaco Romizi è la prima – tra i 29 Comuni contattati dalla Regione Umbria per l’emergenza Covid – ad uscire con una comunicazione ufficiale. Ecco la nota del Comune di Perugia.

“In data odierna è stata invita dalla Regione Umbria una nota ad oggetto “EMERGENZA CORONAVIRUS – CONSIDERAZIONI DEL CTS SULL’ATTUALE SITUAZIONE EPIDEMICA DELLA REGIONE UMBRIA“ dove emergono le considerazioni del Comitato Tecnico Scientifico sull’attuale situazione epidemica nella Regione Umbria.

In tale nota si evidenzia e si raccomandano misure di prevenzione verso la popolazione al fine di mitigare l’aumento del livello di contagio. Fra le misure regionali si propone l’inibizione delle attività didattiche in presenza per le scuole primarie e secondarie di I e II grado, qualora si evidenzi un numero pari o superiore ai 200 casi su 100.000 abitanti.
E’ in corso la relativa valutazione e proseguono i confronti tecnici con la sanità regionale.
Si comunica pertanto che eventuali sospensioni dell’attività in presenza saranno a decorrere dal giorno martedì 2 febbraio 2021. In serata si darà più puntale comunicazione sulle determinazioni assunte”.

 

DALLA REGIONE – Nel primo pomeriggio la Regione era uscita con questo comunicato: “La Sanità regionale ha inviato all’Anci e a 29 Sindaci umbri, intorno alle 13 di oggi, un resoconto della situazione epidemiologica, con allegati i pareri del Comitato Tecnico Scientifico (Cts) e del Nucleo Epidemiologico regionale, così come richiesto al termine del lungo e costruttivo confronto avuto ieri pomeriggio tra la Presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, il Commissario regionale all’emergenza Covid, Massimo D’Angelo, e i Sindaci dei 29 territori maggiormente interessati dall’incremento di cittadini positivi al Covid in rapporto al totale degli abitanti.

Nella stessa riunione, i Sindaci di tali territori avevano concordato nell’attuazione delle misure restrittive, suggerite dalla Regione a seguito di un documento inviato alla Presidente dal Commissario al Covid e del verbale del Cts, fatta eccezione per la sospensione delle lezioni in presenza per le scuole primarie e secondarie. Su tale argomento era stata infatti richiesta la nota della Sanità, inviata come detto oggi, in cui vengono evidenziate le varie situazioni territoriali ed i correlati pareri scientifici.

   Nella stessa nota si sottolinea la più ampia disponibilità da parte della Sanità regionale a discutere con i Sindaci, attraverso le Asl, le singole circostanze territorio per territorio, soprattutto per i comuni sotto i 5 mila abitanti in cui spesso l’incidenza di nuovi casi, seppur percentualmente elevata, corrisponde ad un numero assoluto di positivi contenuto.

  La metodologia adottata dalla Regione Umbria, di cui sono stati messi a conoscenza sia il Ministro della Salute Speranza sia il Prefetto di Perugia Gradone, si è resa necessaria proprio per l’andamento difforme del contagio da comune a comune. Difformità che non permette un’ordinanza unica regionale, ma che necessita di specifiche decisioni territoriali, fermo restando, come detto, il pieno supporto della Sanità e della Regione”.