Pillola abortiva, Tesei sotto accusa. Obbligatorio il ricovero di tre giorni, Umbria caso nazionale.

Esulta la Lega e il senatore  leghista Simone Pillon, protestano le associazioni delle donne e insorgono i partiti di opposizione.  La decisione della Giunta Tesei di aumentare da uno a tre i giorni previsti per il ricovero per l’aborto farmacologico, diventa un caso nazionale. In pratica da adesso in avanti , in Umbria, le interruzioni volontarie di gravidanza potranno essere effettuate solo in regime di ricovero ospedaliero di almeno tre giorni. ” Finalmente, una scelta di buonsenso , l’aborto fuori dall’Ospedale può comportare dei rischi”, esulta Pillon. Conferma la Presidente Donatella Tesei: ” Scelta a tutela della salute delle donne, non si vuole ostacolare questa pratica ma la si vuole rendere più sicura”.  Ma la polemica è forte, cresce giorno dopo giorno, assumendo una dimensione nazionale.  L’opposizione di centro sinistra parla di atto grave “che mette ancor più in difficoltà le donne, mortificando anche i medici abilitati a decidere le modalità dell’intervento “. Di “ritorno al Medioevo  in Umbria ” parla la senatrice del Movimento 5 Stelle Emma Pavanelli: ” Ecco la ‘pillola’ di Pillon avvallata dalla Presidente Tesei che calpesta i diritti della persona per ingraziarsi il consenso di una lobby di elettori. Poi chi se ne frega se molte donne cadono nella tela dell’aborto clandestino, pericoloso e mortale, molto spesso operato dalle stesse persone che per facciata fanno i falsi moralisti”. Con il passare delle ore il fronte di chi pensa che si tratti di un grave passo indietro si allarga.  ” Un inutile e grave ostacolo per le donne, che fa venire meno il diritto alla piena autodeterminazione e alla salute”, denunciano le associazioni  delle donne. C ‘è chi ricorda che la stessa società di ginecologia lancia appelli per favorire l’aborto farmacologico in day hospital vista anche l’emergenza Covid.  Sul piano culturale l’accusa diffusa è proprio quella di tornare al passato, di riportare indietro le lancette della storia. Ma come arriva la Giunta Tesei ad approvare questa delibera ? Due sono le versioni, diverse tra di loro ma dello stesso profilo. La prima è quella di uno storico intellettuale di strategie politiche: la destra cerca di distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dalle gravi difficoltà che sta dimostrando nel governare la Regione.  Cerca di distrarre volontariamente i cittadini abbracciando temi che una parte dell’elettorato di destra , soprattutto leghista, apprezza. Per l’altra versione è semplicemente la conseguenza di quel patto politico firmato a Perugia il 17 settembre del 2019, quando Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi – in piena campagna elettorale per l’elezioni regionali dell’Umbria –  decisero far proprio il documento di alcuni pezzi del mondo cattolico – quello più integralista – vicini al Family Day , che da sempre contestano la legge 194. Con la nuova delibera la Giunta Tesei cancella quella della Giunta Marini del 4 dicembre 2018. Lo scontro è solo all’inizio e ormai sta assumendo una dimensione molto più grande di quella regionale. Non sarà un percorso senza rischi.