Preoccupa la variante inglese, Rt all’ 1,2: rischio alto. L’Umbria arancione, resta la zona rossa decisa dalla Tesei

L’ Rt medio nazionale sale ma resta ancora sotto 1, cioè sotto la soglia considerata critica. Questa settimana il dato arriva a 0,95 contro lo 0,84 della scorsa settimana e pure di quella precedente. Gli esperti temono si tratti del preludio a una ripresa dell’epidemia, trainata anche dalle varianti. L ‘ Rt dell’Umbria, invece, è arrivato a 1,2, il più alto tra le regioni italiane insieme a Basilicata e Abruzzo. Proprio l’Umbria e la provincia di Bolzano hanno un livello di rischio alto, secondo l’Istituto superiore di sanità. Nella settimana di monitoraggio, infatti,  l’Umbria supera la soglia di 250 casi per 100.000 abitanti: esattamente 283,28 casi per 100 mila abitanti. Nel frattempo lo stesso Istituto superiore di sanità fa presente che in Italia un caso positivo su cinque è portatore della variante inglese, cioè il 17,8%. La variante circola soprattutto nel centro del Paese, e cioè tra Umbria, Marche, Abruzzo ed Emilia Romagna che hanno percentuali superiori alla media. La variante inglese è destinata a diventare quella prevalente nei prossimi mesi. “Per l’indagine è stato chiesto ai laboratori delle Regioni di selezionare dei sottocampioni di casi positivi e sequenziare il genoma del virus”, fanno sapere dall’Istituto superiore di sanità. A preoccupare è la capacità della inglese di essere più contagiosa, cioè di far alzare l’ Rt una volta che la tipologia di virus diventa prevalente. Si teme una escalation rapida via via che prenderà piede. Sotto osservazione anche la variante brasiliana che registra vari casi nell’Umbria del nord e anche in alcuni comuni toscani al confine proprio con la nostra regione. Molto temuta è poi la variante sudafricana che fino a questo momento in Italia è poco diffusa. Per adesso comunque l’Umbria resta arancione con la zona rossa della provincia di Perugia e di 6 comuni del ternano così come deciso dalla governatrice Donatella Tesei.