Quanto deve durare la quarantena ? Per l’esperta umbra non meno di dieci giorni.

Mentre l’italia potrebbe ridurre il periodo di isolamento, il dibattito è in corso: dalla settimana di Parigi alle tre di Shanghai, alle due suggerite dall’Oms. In realtà mentre alcuni paesi stanno valutando l’opportunità di ridurre la durata della quarantena, compresa l’Italia, dalla scienza arrivano informazioni contrastanti sul periodo di incubazione del virus Sars-Cov2  e, di conseguenza, anche sull’opportuna durata della quarantena.Chi sostiene che bastino 7 giorni, chi che il tempo medio più opportuno sia 14 giorni( è la posizione dell’Oms), mentre alcuni esperti sostengono  addirittura che si dovrebbe ulteriormente allargare e arrivare a 21 giorni. Negli Usa hanno fatto una sorta di revisione di studi precedenti e hanno concluso che la durata della quarantena potrebbe essere ridotta a 10 giorni. Così tanta incertezza, dunque, rende difficile la decisione di ridurre o meno i stampi previsti. Interpellata sull’ argomento, la direttrice della struttura complessa di malattie infettive dell’ospedale di Perugia Daniela Francisci,  ha sottolineato la delicatezza della scelta. ” In un momento come questo – ha dichiarato all’ Ansa la professoressa Francisci,  esperta stimata dal mondo scientifico, non solo umbro – in prossimità della riapertura delle scuole, non è prudente dimezzare i tempi della quarantena. É allo studio nel nostro Paese la possibilità di portare a dieci i giorni del periodo di quarantena e questo potrebbe essere un più giusto compromesso “. Sulla proposta francese che in queste ore sta facendo molto discutere, la Francisci ritiene che ” il tempo di incubazione medio dell’infezione è di 4-5 giorni ma possono esserci tempistiche più lunghe in una minoranza di soggetti. Si stima che una quarantena di 7 giorni comporterebbe un aumento del rischio di trasmissione dell’infezione in circa il 5-10% dei casi. Per questo l’ufficio europeo dell’Oms continua a raccomandare una quarantena di 14 giorni”. Certo , limitare il numero dei giorni a 7 comporterebbe una riduzione dei costi sociali ed economici del Paese e migliorerebbe l’accettazione  e l’aderenza a questa misura di contenimento, ma – ricorda la Francisci- ” inevitabilmente porterebbe ad un aumento del rischio di trasmissione”.