Referendum, gli effetti sull’Umbria: ridotta alla metà la rappresentanza. Solo 3 senatori, fuori partiti a due cifre.

L’Umbria ha votato Si. Il 68,72% dei votanti si è pronunciato in favore della sforbiciata al numero dei parlamentari che dovranno passare dagli attuali 945 a 600.  In termini assoluti sono stati 221.989 coloro che hanno votato Si , mentre 101.062 umbri hanno votato No (31,28%). Il Si ha vinto in tutte le regioni, un risultato che riapre la partita delle riforme , soprattutto la nuova legge elettorale  che dovrebbe completare il disegno avviato con la riduzione dei deputati e dei senatori. Sono passati venti mesi dopo il primo voto in Aula, 7 febbraio dello scorso anno, e la riforma entra in vigore. Bisognerà aspettare ancora un pò prima di vedere gli emicicli di Camera e Senato vuoti per un terzo:questa legislatura non sarà toccata dal taglio. Solo dopo il prossimo voto (2023 molto probabilmente) si vedrà il nuovo Parlamento con 400 seggi per la Camera e 200 per il Senato. Con la vittoria del Si cosa cambia in termini di rappresentanza per l’ Umbria ? Non poco, i parlamentari che rappresenteranno l’Umbria a Roma non saranno più 16 ( 9 Camera e 7 Senato) ma 9 ( 6 Camera e 3 Senato), sette parlamentari in meno rispetto al passato. Insomma la rappresentanza democratica di questa piccola regione italiana sarà dimezzata. Fino a ieri il numero minimo di senatori eletti per Regione era 7 , adesso è 3. Dove i posti in palio – come l’Umbria – sono pochi, resteranno fuori partiti con percentuali anche a due cifre. Per questo la legge elettorale è il primo tema che il Parlamento dovrà affrontare. Sull’urgenza sono tutti d’accordo, ma l’unanimità finisce quando si entra nel merito: quale sistema ? Il 10 settembre scorso il Germanicum ( proporzionale con sbarramento al 5%9 ha avuto il via libera in commissione alla Camera. Ha votarlo sono stati solo Pd e 5Stelle: Leu e renziani si sono sfilati, mentre il centrodestra preferisce il maggioritario. La strada sarà lunga e tortuosa. Per il Pd il proporzionale appare irrinunciabile ma nel suo interno non sono tutti d’accordo. Forza Italia non si sbilancia come fanno gli altri partiti del centrodestra e le forze politiche più piccole ( Leu e Italia Viva) vogliono uno sbarramento al 3%. Quello che appare però evidente è la necessità – sul piano democratico – di mitigare l’effetto sbarramento della riduzione del numero dei parlamentari, soprattutto al Senato, che è eletto su base regionale. Tra le riforme necessarie per allargare la rappresentanza c’è l’ipotesi che il Senato non sia più eletto su base regionale come previsto oggi. Sarebbe una delle tre-quattro riforme costituzionali “compensative” in discussione. Su questi e su altri temi si giocherà anche il futuro della rappresentanza politica  dell’Umbria che dopo il voto di ieri si ritroverà con metà parlamentari.