Regione, bilancio 2023 in Consiglio regionale: scure della giunta sugli emendameni

Sul bilancio di previsione 2023, sulla legge di stabilità e sul Documento economico e finanziario (Def) la giunta regionale dell’Umbria si blinda e “obbliga” i consiglieri di maggioranza a non presentare emendamenti. A chi ha pensato di avanzare aggiustamenti o modifiche alla legge di bilancio l’invito è di ritirarli. Domani mattina l’Assemblea legislativa dell’Umbria sarà chiamata a discutere del più importante documento di qualsiasi amministrazione pubblica. E’ l’atto con il quale la Regione amministra e spende per conto della collettività. Il bilancio di una amministrazione pubblica, prima ancora di essere un prospetto contabile dell’attività finanziaria, costituisce il fulcro di quelle che sono le scelte della collettività. Ebbene , la scure utilizzata dalla giunta regionale lascia i consiglieri regionali privi della possibilità di compiere la propria funzione. Tra i banchi del centrodestra si avverte un senso di disperato avvilimento. Un clima che non risparmia nessuno nemmeno l’opposizione che rischia la tagliola della inammissibilità. Un senso di smarrimento che orami caratterizza i lavori di palazzo Cesaroni .  Il Consiglio regionale, che dovrebbe rappresentare il cuore delle decisioni politiche, non decide più sui processi legislativi, i margini di intervento e modifica sono sempre più ristretti e gli emendamenti vengono di fatto impediti con il triplice obiettivo di accelerare i tempi, evitare modifiche indesiderate e compattare la maggioranza. Eppure, si parla di numeri insignificanti come dimostra la storia degli ultimi anni: una decina di emendamenti in tutto. Nessun “assalto alla diligenza” quindi, nessun sforamento del tetto di spesa e nessuna tentativo di impedire o ritardare l’approvazione del bilancio. I consiglieri di maggioranza e opposizione chiedono soltanto di avere la possibilità di discutere meglio alcune poste di bilancio, magari spostando più risorse a favore delle famiglie dell’Umbria costrette a fare i conti con il caro bollette o a favore di artigiani e piccole imprese sempre più in difficoltà. E perché no emendamenti bipartisan per contrastare la povertà e aiutare chi non arriva alla fine del mese. Soffocare la discussione e rinunciare a migliorare un bilancio pieno di contraddizioni è soltanto una prova muscolare della giunta regionale ma nello stesso tempo anche una debolezza dell’intera maggioranza che governa da più di tre anni la Regione. Con l’ennesimo tentativo di svuotare completamente il ruolo dell’Assemblea legislativa di palazzo Cesaroni che ai cittadini umbri non costa poco.