Regione, i lividi dell’Agabiti e il disappunto della Tesei. La fiction di Palazzo Cesaroni.

L’approvazione delle modifiche alla legge sulle attività sportive, proposte dai consiglieri della Lega, non è stato certamente un trionfo per il centrodestra di Palazzo Cesaroni. L’aria che tira dopo quanto avvenuto non è delle migliori.  A Palazzo Donini non hanno preso bene l’atteggiamento dei consiglieri leghisti, non soltanto l’assessore Paola Agabiti che ancora porta i lividi della botta ma – così riportano i rumors –  la stessa Presidente Tesei si sarebbe inquietata assai. Qualcuno garantisce che le due donne si sarebbero risentite, il loro volto aveva un aspetto adirato. L’ assenza in Consiglio Regionale – al momento del voto –  sarebbe la conferma del loro disappunto. Nessuno però tra gli undici consiglieri di maggioranza che hanno votato a favore (Lega, Fi e Fdi) si è stracciato le vesti anzi  il giorno dopo avevano il volto felice. Per carità nessuna rivalsa personale ma una sensazione di compiacimento  e appagamento. La voglia di sottolineare la centralità di Palazzo Cesaroni è stata soddisfatta. I consiglieri di maggioranza hanno voluto dimostrare che non amano le soluzioni imposte da Palazzo Donini. Tutto qui ? Assolutamente no, quello che è avvenuto martedì in Consiglio Regionale è qualcosa di molto più serio, che va ben oltre l’approvazione di alcune modifiche ad una legge regionale non tra le più importanti della legislatura. Forse è la prima volta , nella storia dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, che un provvedimento viene approvato senza la presenza dell’assessore competente che, tra l’altro, aveva espresso parere negativo su diversi punti delle modifiche avanzate dai leghisti. Ufficialmente l’Agabiti  risultava assente per impegni istituzionali ,pur sapendo che quel giorno si discuteva un atto di sua competenza, e – come sempre è avvenuto – comunque nessuno della maggioranza ha preferito rinviare alla prossima seduta la discussione e votazione del provvedimento. Tra l’altro non si trattava di una cosa incalzante e indifferibile, in un momento come questo dove altre sono le urgenze . Alla assenza dell’assessore si è poi aggiunta nel corso della seduta quella della Presidente Tesei. Alcuni della maggioranza definiscono le due donne come le “sorelline” di Palazzo Donini, ma qui non siamo in una serie televisiva, nemmeno davanti ad una fiction ambientata fra i due palazzi della politica umbra. Allora che c’è dietro a questo voto ? Innanzitutto uno stato di vaga sofferenza e scontentezza nella maggioranza di centrodestra. Un malessere dovuto all’immobilismo di Palazzo Donini e ad un malcontento che ormai serpeggia forte fra i consiglieri regionali nei confronti di alcuni assessori. Ad un anno dall ‘ insediamento non ci sono riforme, atti di programmazione e cambiamenti rispetto al passato. La tanto sbandierata rivoluzione promessa in campagna elettorale si sta trasformando giorno dopo giorno in un ritorno allo status quo, le due-tre riunioni di maggioranza fatte nelle settimane scorse si sono concluse con un nulla di fatto e i consiglieri sono costretti a passare il tempo – nella maggior parte delle sedute –  fra interrogazioni e interpellanze.  C’è insomma una specie di svilimento che alla fine mortifica lo stesso ruolo politico degli inquilini di Palazzo Cesaroni. I Presidenti delle Commissioni provano a colmare il vuoto con una infinita serie di audizioni, raccolgono informazioni e pareri necessari a svolgere correttamente la propria attività istituzionale , svolgono indagini conoscitive  dirette ad acquisire notizie e documenti utili, ma alla fine tutto questo lavoro rischia di essere impiegato male o addirittura restare nel cassetto di qualche armadio .  Non è il primo campanello d’allarme che suona nel centrodestra,  nemmeno la prima incursione ma il voto di tre giorni fa conferma che l’ebollizione è minacciosa.