Sicurezza privatizzata all’aeroporto di Perugia: protesta di 30 lavoratori

Protesta da parte di trenta lavoratori della sicurezza dell’aeroporto di Perugia dopo che l’azienda ha deciso di esternalizzare  con una gara bandita a cavallo delle vacanze di Natale e che a breve si chiuderà.  A lanciare l’allarme sono Cgil, Cisl e Uil trasporti che chiedono la revoca della procedura e di essere convocati. Oggi, giovedì 9 gennaio, i segretari generali delle categorie Ciro Zeno, Fabio Ciancabilla e Stefano Cecchetti, con un presidio di fronte ai cancelli dell’aeroporto, hanno illustrato la situazione e spiegato i contorni dello stato di agitazione richiesto. La situazione riguarda 15 lavoratori a tempo indeterminato, che arrivano fino ad una trentina in periodi di alta stagione. Lavoratori che si occupano dei servizi di controllo passeggeri e bagagli a mano, da stiva, varco “crew-staff”, varco carraio, “control room” e attività di pattugliamento e sorveglianza del gestore. La procedura è stata aperta con bando pubblico in data 5 dicembre 2024, ” comunicata alle organizzazioni dopo l’avvio e senza alcuna risposta di fronte alla richiesta di incontro”. I temi posti dai lavoratori riguardano le materie contrattuali, di sicurezza del lavoro, di mancanza di informativa rispetto all’avvio del processo, di dumping contrattuale. “Sase – hanno detto – pensa di esternalizzare a società che gestiscono la sicurezza nei supermercati, senza capire che si tratta di un servizio completamente diverso, oltre al fatto che i lavoratori subiranno un danno con dumping contrattuale completamente diverso. Per un’azienda che va bene come la Sase, il mantenimento dei dipendenti sarebbe comunque uno sforzo economicamente residuale”. Sottolineato anche il fatto che tale provvedimento sia stato preso in un periodo in cui la giunta regionale era nella fase di insediamento e il Cda di Sase era dimissionario. Se non dovesse arrivare una risposta, non si esclude la possibilità di intraprendere ulteriori forme di mobilitazione.