Strasburgo spacca il Pd, gli europarlamentari eletti in Umbria allineati con Schlein

Raccontano che Elly Schlein si è arrabbiata molto per il voto sul piano di riarmo europeo da 800 miliardi lanciato da Ursula von der Leyen. “Ci saranno conseguenze”, avrebbe confessato ai suoi fedelissimi. Tanto è vero che si parla con insistenza di un congresso anticipato in tempi ravvicinati. “Io non mi farò logorare come i miei predecessori, sono stata eletta per cambiare il Pd e dargli una identità, e non ci sto a far prevalere logiche di apparati e di correnti”, ripete ai suoi. Con buona pace di Prodi, Gentiloni e Veltroni. Sta di fatto che l’astensione di mercoledì a Strasburgo ha spaccato a metà il Pd. L’accusa nei confronti della Schlein è però pesante: “Ha offerto l’immagine di una forza politica non affidabile almeno su Europa e Nato, distante perfino dal resto del socialismo continentale”. C’è poi Conte che guarda sempre di più al Pd con l’aria di chi vede non tanto un alleato ma un concorrente in crisi. Come hanno votato i parlamentari europei del Pd eletti anche grazie al voto degli umbri ? Nessuno dei cinque eletti ha votato a favore della risoluzione del Parlamento europeo che sosteneva il ReArm di Ursula von der Leyen. Tutti hanno seguito le indicazioni della segretaria Schlein. Si sono, infatti, astenuti seguendo scrupolosamente l’ordine di scuderia.  La spoletina Camilla Laureti, fedelissima della Schlein, l’ex segretario nazionale Nicola Zingaretti, l’ex sindaco di Firenze Dario Nardella, l’ex sindaco di Pesaro Matteo Ricci, l’assisano Marco Tarquinio, tutti in fila e allineati sulla linea Schlein. Hanno tutti ubbidito all’astensione indicata dalla segretaria nazionale. Ha votato sì, ma questa è un’altra storia, Marco Squarta, perugino, europarlamentare di Fdi.