Taglio autonomie scolastiche, la Regione Umbria contro il Governo: “Approccio arrogante”

La reazione è veemente, forte sul piano istituzionale. L’argomento è delicato perché riguarda il diritto allo studio, uno dei diritti fondamentali previsti dalla nostra Costituzione. Per l’assessore regionale all’Istruzione, Fabio Barcaioli. il tentativo del ministro Valditara di tagliare due autonomie scolastiche in Umbria a ridosso delle iscrizioni per l’anno scolastico 2025-2026 “è un atto inaccettabile, che denota un approccio arrogante e privo di visione”. Una vera e propria dichiarazione di guerra tra Regione e Governo. “La decisione di eliminare due autonomie scolastiche in soli dieci giorni non tiene conto delle esigenze concrete delle comunità scolastiche e dimostra un totale disinteresse  per chi opera ogni giorno per garantire un diritto fondamentale come l’istruzione”, commenta Barcaioli. Una scelta, per l’assessore regionale umbro, “insensata che mina profondamente la fiducia nei confronti delle istituzioni”. L’assessore critica inoltre il tentativo del ministero di legare questo taglio a un presunto premio, quantificato in un aumento del personale scolastico. “Questo ricatto, mascherato da incentivo – afferma Barcaioli – non è altro che l’ennesima dimostrazione di un atteggiamento autoritario e privo di strategia. Piuttosto che investire in risorse per migliorare le attività educative, ridurre il numero di alunni per classe e alzare gli stipendi degli insegnanti, il ministro propone tagli indiscriminati accompagnati da premi per pochi eletti. E’ l’ennesima linea di governo che calpesta i diritti di studenti e lavoratori, svendendo la scuola pubblica”.Per questo, l’Umbria ha formalmente richiesto al ministero dell’Istruzione il riconteggio delle autonomie scolastiche totali basandosi sui dati reali degli iscritti, che sono quasi duemila in più rispetto alle stime attuali. Su questa richiesta, l’assessore Barcaioli  annuncia di aspettare la sentenza del Tar, chiamato in causa dalla Campania, per ristabilire “criteri più equi e rispettosi delle esigenze territoriali”.