Viaggi all’estero , il rientro dei vacanzieri aumenta il rischio focolai. Il caso Balcani e rischio virus di ritorno.

C’è il virus di ritorno, rischio da vacanze all’estero. Ora l’Italia e l’Umbria temono i contagi d’importazione da Paesi dove il coronavirus è ancora molto aggressivo. Il termometro  sale soprattutto a est sul’altra sponda dell’Adriatico, dove il virus si infiltra in particolare tra i più giovani. Ma anche dalla Spagna, Francia, Belgio, Germania e Olanda arrivano notizie poco incoraggianti. Molti degli ultimi casi umbri sono proprio la conseguenza di viaggi e vacanze all’estero come il caso di tre giorni fa quando un uomo di Orvieto è risultato positivo appena rientrato dall’Albania. Oppure della donna di 53 anni , rientrata a Terni dal suo Paese di origine , ricoverata nel reparto di malattie infettive dell’Ospedale di Terni, così come il caso del 27 enne di Stroncone, risultato positivo pochi giorni fa ,  contagiato a Malta mentre era in vacanza con alcuni amici. Al timore di nuovi focolai autoctoni si aggiunge insomma  quello dei “viavai” dei viaggianti. Le rotte da e per i Balcani, dove quasi ovunque la curva della diffusione  del virus è in netta risalita, sono percorsi a ostacoli. Per questo l’Italia ha deciso di chiudere le porte, almeno virtualmente, per i cittadini provenienti da Kosovo e Serbia e dal Montenegro. Chiuse, salvo eccezioni, anche con la Bosnia, la Macedonia del nord e Moldavia. Socchiuse per chi arriva da Bulgaria, Romania a condizione che, subito dopo aver messo o rimesso piede in Italia, si sottoponga a isolamento fiduciario e sorveglianza sanitaria. Ad oggi, nelle ultime due settimane, la Spagna ha raggiunto  i 42.000 positivi, la Romania i 18.000, la Francia 17.ooo, la Germania 10.622, la Gran Bretagna i 10.000, la Serbia 4.600, Bosnia 4.324, Kosovo 2.952, Albania 1.638.  Questi però sono i contagi delleultime due settimane in termini assoluti. Se, invece, prendiamo i dati dei casi per ogni 100.000 abitanti ci accorgiamo che le percentuali più alte e aggressive arrivano proprio dai Balcani con il Kosovo che raggiunge quota 160, Bosnia 130, Montenegro 163,7, Macedonia 88,4, Albania 57,7. Ma abbiamo la Romania con 93,9, Polonia 22,5, Lussemburgo 150, Spagna 89,3, Francia 27,2 Portogallo 25,1. L’Italia, invece, malgrado gli aumenti di questi giorni registra “solo” 7 casi ogni 100.000 abitanti, con 4.239 cantagiati in termini assoluti.