A Perugia, risparmiati tre milioni di euro in elettricità

PERUGIA – A mali estremi, estremi rimedi. Sembra essere questo il detto più adatto per spiegare il risparmio di tre milioni di euro in elettricità. Perugia è così riuscita a battere il rincaro dei prezzi – si parla di una stangata da 1700 euro l’anno a cui si dovrebbero aggiungere ulteriori 60 euro per il budget familiare –, tagliando anche i consumi energetici – sicuramente rimodulati anche a causa della crisi economica –, e facendo uso di  stufe a pellets e caminetti. Sono questi i dati sugli aumenti del costo dell’energia che ha snocciolato l’Autority per energia elettrica e gas metano per il 2018. Negli ultimi cinque anni i consumi  domestici di elettricità sono calati del 9 per cento, con un taglio di quasi novantuno Gigawattora e un risparmio di circa 3,1 milioni di euro. Al contrario, invece crescono i consumi d’estate per l’utilizzo degli impianti di condizionamento in casa e negli uffici. In Umbria, si riscontra una maggiore incidenza della spesa per legna o pellets rispetto alle altre regioni del Centro Italia. Considerando la spesa energetica media totale, pari a 1.673 euro, 1’11,8 per cento – pari a 197 euro l’anno – è la quota destinata alle biomasse, terzo dato in Italia dopo Basilicata e Calabria. Il Cuore verde si posiziona in ogni caso tra le regioni più “energivore”: secondo quanto riportato sul Messaggero spende quanto il Trentino Alto Adige, più di Marche e Toscana, posizionandosi ben al di sopra della media nazionale, pari a 1.635 euro. «Se le regioni del Nord potrebbero allinearsi alla spesa per consumi energetici della provincia di Bolzano (1.575 euro nonostante il clima ben più ostile) – si legge nel rapporto – le regioni del Centro-Sud, che godono di climi decisamente più favorevoli, potrebbero registrare spese molto più contenute, sfruttando in modo massiccio l’energia solare per la produzione di energia termica, elettrica e refrigerante». In merito al costo delle fonti energetiche per il riscaldamento, la più costosa risulta il gasolio con una spesa annua di 1.057 euro, davanti al metano con una spesa annua di 920 euro. Risulta più che dimezzata la spesa di chi per riscaldarsi usa Gpl, legna o pellets: queste famiglie in media spendono, rispettivamente, 520, 414, 443 euro. Altro dato da rilevare è che la spesa media effettiva per l’acquisto di energia elettrica in Umbria risulta maggiore della media nazionale, per il diffuso uso di climatizzatori domestici e di scaldabagno elettrici. Per quanto concerne la produzione regionale del fabbisogno annuale di energia, il 56 per cento proviene da impianti idroelettrici, il 23,8 per cento deriva da impianti termoelettrici tradizionali, il 20 per cento dal fotovoltaico e in misura pressoché bassissima, lo 0,13% dall’eolico. E per concludere, emerge che negli ultimi cinque anni, la quota di energia creata dagli “autoproduttori” (per lo più imprese) è cresciuta del 18,6 per cento, e in parte ridistribuita nella rete regionale. Per il fotovoltaico, in Umbria si contano 12.345 impianti domestici. Insomma, sono tanti gli strumenti a disposizione delle famiglie per far fronte all’aumento delle imposte sull’energia.

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