Acciaieria, i personaggi che ne hanno scritto la storia al fianco degli operai

TERNI – Un intreccio di lotte sindacali e politiche, di scommesse vinte e di battaglie perse, un terreno dove si sono misurate da sempre alte cariche istituzionali, civili e religiose, dal ministro al sindaco, dal Papa al vescovo, a fianco dei lavoratori, a sostegno o contro le varie iniziative che, nei 130 anni di vita, ne hanno determinato la buona o la cattiva sorte.

L’Acciaieria custodisce la storia della città operaia, ma non solo. Essa ha rivestito da sempre un ruolo strategico nella politica della siderurgia nazionale. Ogni scelta è passata da Roma. Dalla Capitale è partita la sua storia. E’ stata voluta nel 1884 dal ministro Benedetto Brin per costruire, secondo una scelta di Stato, corazze e cannoni per la Marina. Nel 1933 passò all’Iri, sempre come industria di Stato. Tale rimase quando nel 1956 l’Iri, a sua volta, passò al ministero delle Partecipazioni Statali, istituito dai governi Dc. Negli anni ’80, la legge 181 individuò in Terni una delle quattro città siderurgiche da salvare e reindustrializzare, quando nel resto del Paese si dismettevano gli impianti.

All’inizio degli anni ’90, Governo e Parlamento chiusero l’Iri e il ministero delle Partecipazioni Statali e si segnò per Terni la fine dell’industria di Stato. Un appuntamento epocale a cui l’Acciaieria arrivò preparata: sana, competitiva sui mercati e appetibile alle multinazionali. Una condizione questa, resa possibile all’unità istituzionale, politica e sindacale che nel corso degli anni aveva preparato il terreno. Anni in cui il polo di viale Brin aveva formato, oltre alla classe operaia, un’intera classe dirigente che si era ritrovata poi ai vertici delle istituzioni locali e nazionali. Come non ricordare Tito Oro Nobili, presidente della “Terni”, eletto nel ’20 sindaco di Terni, successivamente deputato alla Costituente, o i deputati Filippo Micheli della Dc ed Emilio Secci del Pci, rispettivamente impiegato e tecnico dell’Acciaieria; o Fabio Fiorelli del Psi alla Presidenza della Provincia. Una classe dirigente, espressione della fabbrica, che a livello politico esercitava un ruolo importante nella formazione dei programmi e che, davanti alle scelte significative difficili sapeva mettere da parte le differenze ideologiche, esprimendo una straordinaria e vincente unitarietà.

Dopo l’Accordo di Programma per Terni del ’93-’94, tra il Governo Ciampi, la Regione, la Provincia di Terni e i Comuni di Narni e Terni, toccò a Micheli (Enrico, questa volta), direttore dell’Iri e poi ministro, il compito di consegnare simbolicamente l’Acciaieria ai privati (la multinazionale Krupp e i tre gruppi siderurgici italiani Falk, Riva e Agarini). La cerimonia avvenne nella biblioteca dello stabilimento con il sindaco, di centrodestra, Gianfranco Ciaurro, e il presidente della Provincia, di centrosinistra, Alberto Provantini (entrambi sostennero la scelta della privatizzazione).

Non meno significativi sono stati l’attenzione e il contributo della Chiesa alla fabbrica. Negli anni ’70 si ricorda il vescovo Santo Quadri, un monsignore che scendeva in piazza e marciava accanto ai lavoratori. Con lui la Chiesa a Terni aprì un nuovo capitolo intervenendo per la prima volta accanto alle istituzioni, alle forze politiche e ai sindacati sui problemi economici e sociali, in primis sulla questione del lavoro. Fu lui ad accompagnare Papa Wojtyla il 19 marzo 1981 nella visita storica all’Acciaieria. Una visita che ebbe una eco nazionale per il gesto in sé, per la città in cui si svolse e per le parole del Pontefice. Era la prima volta, infatti, che un Papa entrava in fabbrica. L’evento evocava la storia di un operaio che, diventato Pontefice, tornava, elmetto in testa, a parlare agli operai in una città “rossa” ma, soprattutto, apriva, fuori da ogni schema del passato, un dialogo diretto con le tute blu. Quello stesso dialogo che anni dopo, nella vertenza del 2004, l’allora vescovo monsignor Vincenzo Paglia ha perseguito con ogni mezzo e a tutti i livelli per scongiurare la mannaia dello smantellamento del Magnetico. Una lotta dura, quella, che ha avuto come grande protagonista ancora una volta la Chiesa al fianco delle istituzioni, dando con ciò il suo fondamentale contributo alla soluzione positiva della vertenza.

L’elenco dei personaggi che hanno fatto la storia dell’Acciaieria è comunque lungo e molti rischierebbero di essere dimenticati per questo se ne ricorda qui uno su tutti: Aldo Bartocci, dirigente tecnico dell’Acciaieria e della “Terni” per una vita, direttore dal ’49 al ’75, protagonista della ricostruzione della fabbrica e della difficile riconversione degli anni ’50 nonché dello sviluppo degli anni ’60 e primi anni ’70.

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