Ambiente e Salute: per Terni serve un Mesop 2.0

TERNI – Recuperare lo spirito di collaborazione e iniziativa che ha permesso a Terni di rappresentare negli anni ’70 del secolo scorso un’avanguardia a livello nazionale in materia di salute e benessere nei luoghi di lavoro. Un “ambiente Mesop 2.0”: è questa l’idea che i sindacati ternani, Cgil, Cisl e Uil hanno lanciato nel corso dell’iniziativa su ambiente e salute che si è tenuta presso la scuola edile di Terni, coordinata da Guglielmo Bizzarri, della Uil di Terni, e con la partecipazione di Gianna Fracassi, segretaria della Cgil nazionale.
“Non vogliamo dare ricette preconfezionate – ha spiegato in apertura il segretario regionale della Cisl, Riccardo Marcelli – ma cercare gli ingredienti per elaborare poi insieme la ricetta”. Insieme significa con le istituzioni, naturalmente, ma anche con le imprese, che giocano in questa partita un ruolo fondamentale. Non a caso all’iniziativa hanno portato il loro contributo anche i responsabile di salute e sicurezza di aziende importanti per il territorio, come Alcantara e Ast, oltre ad esperti di Asl e Arpa.
L’idea di Cgil, Cisl e Uil è dunque quella di partire dall’esperienza del passato per affrontare la questione ambientale “senza populismi e allarmismi”, ma “cercando soluzioni reali ai problemi”. A partire da questioni centrali come il progetto scorie in Ast, la bonifica dell’Area Sin, ma anche fuori dall’industria (dato che il problema delle polveri sottili deriva solo in parte dalle attività produttive) ragionando di mobilità alternativa e di efficientamento energetico delle abitazioni.
“Serve un progetto paese che guardi a questi obiettivi – ha detto nelle sue conclusioni Gianna Fracassi, segretaria nazionale Cgil – perché sostenibilità significa tutela ambientale, sviluppo economico e coesione sociale. Significa cioè tenere insieme le necessità dello sviluppo con il grande rapporto con la cittadinanza e con le popolazioni. Se questa è la strada tracciata – ha aggiunto la segretaria – si dovrebbe provare a dire che per agganciare la ripresa e i paesi che corrono più di noi bisogna che le imprese si caratterizzino su un target alto e qualificato. Questo è il bivio che abbiamo di fronte – ha concluso Fracassi – proseguire la corsa al ribasso dei costi, oppure scegliere la strada degli investimenti e dell’innovazione. Se, come speriamo, si prenderà la seconda strada, sarà necessario allora cominciare a selezionare con attenzione i destinatari di finanziamenti e risorse pubbliche per indirizzare davvero lo sviluppo verso la sostenibilità”.

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