Agriturismo, fattorie didattiche e sociali, approvate a maggioranza le nuove norme

Cambiano le norme in materia di agriturismo e fattorie sociali e didattiche. Il consiglio regionale questa mattina ha approvato a maggioranza (16 voti favorevoli, 8 astenuti: FI, Ncd, Fd’I e Udc) il disegno di legge di iniziativa della giunta regionale che riordina e disciplina l’avvio e l’esercizio delle attività relative all’agriturismo, alle fattorie didattiche ed alle fattorie sociali, stabilendone criteri, i limiti, le procedure amministrative e le conseguenti attività di vigilanza e di controllo, nel quale sono confluiti molti degli spunti derivanti da altre proposte di legge di iniziativa consiliare tra cui quella dei consiglieri regionali del Pd Andrea Smacchi e Luca Barberini.

Per quanto attiene all‘agriturismo viene modificata la normativa vigente sotto l’aspetto urbanistico, amministrativo ed igienico sanitario. Viene puntualizzato e chiarito il concetto di ‘prevalenza delle attività agricole rispetto a quelle agrituristiche’. Sono stati stabiliti limiti minimi certi per la somministrazione di prodotti aziendali: 30 per cento di produzione propria, 55 per cento di produzione regionale, soltanto per il 15 per cento potranno essere utilizzati prodotti di altra provenienza. Viene anche specificato che l’azienda agricola che esercita attività agrituristiche non può esercitare altre tipologie di ospitalità e di ristorazione. I controlli, che verranno intensificati, verranno svolti dalle Unioni speciali dei Comuni. È prevista anche una semplificazione delle procedure per l’avvio dell’attività.

Per quanto riguarda le fattorie didattiche, ad oggi circa 140 aziende agrituristiche svolgono questa attività, si è provveduto ad aggiornare la precedente normativa. L’attività, sempre connessa all’agricoltura, potrà essere destinata non soltanto a scolaresche, ma anche a famiglie, associazioni, gruppi d’interesse, nell’ambito di una sola giornata o in più giornate, prevedendo quindi anche l’alloggio e la somministrazione dei pasti.

Le fattorie sociali punteranno all’inclusione socio-lavorativa di soggetti appartenenti alle fasce deboli o comunque soggetti svantaggiati e disabili; fornitura di prestazione e di servizi sociali, socio-sanitari, riabilitativi, terapeutici formativi ed educativi. Il riconoscimento di fattoria sociale potrà essere chiesto dalle imprese agricole, imprese e cooperative sociali autorizzate o accreditate per i servizi socio assistenziali e socio sanitari o che abbiano stipulato accordi di partenariato con durata almeno quinquennale con enti locali, organizzazioni di utilità sociale o cooperative sociali. La proposta prevede che la Regione dia priorità nei procedimenti di assegnazione di terreni demaniali per favorire l’insediamento e lo sviluppo delle attività di agricoltura sociale.

Approvato, con la sola astensione di Monacelli (Udc), quello di Raffaele Nevi (FI) sulle piscine nelle strutture ricettive con meno di 30 posti (limite minimo previsto), consistente nella deroga per quelle già esistenti; approvato anche quello, a firma congiunta Mantovani (Ncd), Nevi (FI), Mariotti e Barberini (Pd), che prevede il conferimento provvisorio delle funzioni attribuite alle Unioni dei Comuni a Polizia provinciale, municipale o amministrazioni comunali competenti per territorio; approvati anche gli emendamenti a firma congiunta dei consiglieri Dottorini (idv), Chiacchieroni, Barberini e Mariotti (Pd) sul ruolo dei Comuni nella valorizzazione dei prodotti provenienti da agricoltura sociale tramite assegnazione di posti nelle aree pubbliche e quello relativo al finanziamento di 10mila euro per la promozione dei prodotti agroalimentari dal bilancio di previsione 2014 e con legge finanziaria per gli anni successivi.

“La legge riporta l’agriturismo in sintonia con i principi ispiratori che l’hanno visto nascere – ha spiegato l’assessore Fernanda Cecchini – Abbiamo puntato sulla semplificazione, togliendo il tetto sulla capienza degli agriturismi e rimettendo al centro l’impresa agricola e la sua produzione. Il ddl ha fatto sintesi di quattro proposte di legge di consiglieri regionali ed è il frutto di un grande confronto con tutti i soggetti interessati. Il risultato è quello di non avere più agriturismi nati per svolgere un ruolo che poi vanno a fare concorrenza a quelle attività ricettive che pagano altri tipi di tasse e tariffe. L’agriturismo deve essere un lavoro che porta all’imprenditore agricolo risorse aggiuntive. Vogliamo che la diversificazione dell’agricoltura – continua l’assessore – possa permettere di fare produzione, innovazione, ricerca, presidio del territorio, ma anche turismo e promozione. Promozione non solo del territorio, ma anche di tutte le produzioni del territorio, sia di quelle certificate, ma soprattutto delle produzioni locali. Per questo la legge prevede per la somministrazione dei pasti delle percentuali da rispettare: 30 per cento di produzioni proprie e 55 per cento regionali. Un modo per sostenere la nostra agricoltura e qualificare la nostra offerta turistica anche attraverso gli agriturismo che si devono dotare di tutte quelle modalità per consentire la promozione e l’offerta dei nostri prodotti. C’è anche un sistema di controllo robusto, che sarà sovracomunale, perché la legge è molto più flessibile per chi si comporta bene, diventa rigida e forse anche ostile per chi si comporta male. Abbiamo introdotto nella normativa la possibilità di fare fattoria sociale e fattorie didattiche, ma anche qui prima bisogna essere impresa agricola. In questo modo, associazioni o cooperative possono sfruttare il welfare di tipo rurale, in sintonia con l’ambiente o con le attività che in agricoltura si fanno, e che offre maggiore possibilità di riabilitare soggetti svantaggiati o coloro che hanno bisogno di ritrovare un percorso nella vita. A patto che diventi imprenditore agricolo, quindi con tutte le prescrizioni e possibilità che hanno le imprese agricole.”

“Abbiamo previsto alcune deroghe – aggiunge l’assessore – ad esempio per l’uso della piscina per chi ha meno di 30 posti letto non solo per gli agriturismi ma anche per tutte le altre attività ricettive, dando maggiore flessibilità. Altra deroga per le attività che si trovano sopra ai mille metri, sia per il calcolo del monte ore lavoro, del reddito dell’attività agricole, e per l’utilizzo di strutture che debbono essere l’abitazione principale di chi svolge l’attività. Un modo per portare valore aggiunto in un territorio importante e così diverso dal resto dell’Umbria come Castelluccio di Norcia”.

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