Assisi più cara con la tassa di soggiorno

ASSISI – Non si placano le polemiche sulla tassa di soggiorno che dal 1° gennaio 2018 è stato introdotta ad Assisi. Dormire quindi costa di più nella città serafica, perché tale contributo, seppur in maniera diversa, interesserà tutte le struttura ricettive. È pur vero che l’amministrazione comunale ha annunciato che destinerà gli incassi ricavati per il potenziamento dei servizi e per la promozione della città, anche tramite il sostegno alle manifestazioni sul territorio. Le diverse tariffe vanno dagli 0,50 euro per un soggiorno in campeggi e ostelli a 1 euro per i bed&breakfast, camere, country house, case religiose, case per ferie, appartamenti locati ad uso turistico o similari, altre strutture extralberghiere o similari. Un euro anche per alberghi a una e due stelle. L’importo sale a 1,50 euro per gli agriturismi e alberghi a tre stelle. Per alberghi e residenze d’epoca e villaggi a 4 e 5 stelle l’importo sale a 2 euro. Esenzioni e riduzioni sono riportate nel sito www.comune.assisi.pg. it. Le previsioni per il Comune parlano di un incasso che dovrebbe aggirarsi intorno a 1.6 milioni di euro, che verranno reinvestiti per una comunicazione “smart” dei nuovi eventi e il potenziamento di alcune manifestazioni e servizi per cittadini e turisti. Ai fondi della tassa di soggiorno, si aggiungono 850.000 euro dai check point (media ponderata 2015-2016, equivalente a impegno bilancio 2017 su Cultura & Turismo), 100.000 dalla Regione Umbria, 50 mila dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, 30 mila dalla Fia e 100.000 da sponsor privati con intervento diretto su eventi, 100.000 dal Psr e 50.000 dalla biglietteria eventi. Tale rivoluzione non è passata del tutto indolore, e le voci di protesta si sono fatte sentire: contrari all’introduzione di questa imposta anche gli operatori commerciali e le associazioni/partiti politici.

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