Ast, vertenza alla deriva, il Governo si gioca l’ultima carta

Oggi alle 15 riparte il confronto al Mise sull’Ast. L’ultima spiaggia dopo che l’incontro di ieri non ha sortito nessun effetto se non quello di consolidare un arroccamento delle parti sulle proprie posizioni mentre è stato “affidato” al ministro Guidi il compito difficilissimo di giocare l’ultima carta, l’estrema proposta di mediazione. Ministro oggi in campo con i due sottosegretari.  Le istituzioni locali avevano proposto per questa mattina un incontro preparatorio con i sindacati, ma la Fiom abbia declinato l’invito della presidente della Regione, Marini, e del sindaco di Terni, Di Girolamo e la riunione è saltata.

Fiom che anche questa mattina, per bocca del segretario nazionale, Landini, è tornata a ipotizzare l’occupazione dello stabilimento di viale Brin se si dovesse procedere al taglio del personale e degli stipendi.

Intanto tornano alla  giornata di ieri, a margine del negoziato, il segretario della Cgil Attilio Romanelli ha scritto sul suo profilo facebook: “L’azienda compie passi indietro”. Tutto da interpretare questo passaggio di Romanelli che subito dopo si affretta a precisare che “l’azienda pone problemi su esuberi e integrativo”. Gli stessi punti che, insieme alla questione della chiusura del secondo forno, nella notte tra venerdì e sabato hanno rischiato di far saltare irrimediabilmente la trattativa se non fosse stato per l’intervento di Renzi che ha ottenuto un aggiornamento a oggi del tavolo.

Un tavolo a cui le parti si sono sedute mantenendo le distanze. Non solo: pare che nel corso della riunione congiunta, che oggi non è stata preceduta dai soliti tavoli separati, i margini per un accordo si sia ridotti ulteriormente. Lo dimostrerebbero anche i tempi, più rapidi dei precedenti, con cui si è consumata la riunione.

Dopo poco più di un’ora di discussione il tavolo è stato sospeso per dare modo alle parti di verificare i margini di un eventuale accordo, quindi, intorno alle 18 il ministro Guidi si è messa a studiare una nuova proposta di mediazione da sottoporre ad azienda (oggi era presente l’ad Lucia Morselli e l’addetta alle relazioni esterne di Thyssen, assenti i vertici della multinazionale) e sindacati e poi ha chiesto un rinvio della trattativa a domani.

I sindacati nazionali sono piuttosto pessimisti. Il segretario nazionale Fiom, Rosario Rappa dice che “stando così le cose non sono ottimista per domani perché il Governo ha solo registrato le posizioni e non ha messo in campo le misure per sbloccare la situazione” come i contratti di solidarietà o la riduzione del costo dell’energia. La Uilm spera che queste misure possano arrivare domani. A tal proposito il segretario nazionale Uilm, Mario Ghini auspica “che il Governo metta sul tavolo qualcosa, altrimenti stando così le cose abbiamo solo spostato di 24 ore la conclusione negativa dell’accordo”. Sulla stessa posizione anche la Fim che chiede al ministro Federica Guidi “una proposta positiva” per chiudere la vertenza e evitare “costi sociali insostenibili”.

Oggi alle 15 si riparte da zero. La speranza è che tra ieri sera e questa mattina il Governo riesca a formulare un’estrema ipotesi di mediazione accettabile per le parti.

 

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