Ast, dopo l’accordo le grane: rischio demansionamento per gli impiegati, stipendi in ritardo, tensioni nell’indotto

TERNI – Terminano questa sera (sabato 6 dicembre) alle 22 le assemblee dei lavoratori dell’Ast chiamati il 15, 16 e 17 ad esprimersi attraverso il referendum confermativo sulla bozza d’accordo firmata mercoledì al Mise e nel frattempo restano aperti tre problemi: la riorganizzazione degli organici, il pagamento degli stipendi, i “malumori” dei lavoratori dell’indotto.

Sul primo fronte sta emergendo in queste ore il problema degli “esuberi” degli impiegati. Gli oltre 290 esodi volontari hanno riguardato principalmente operai, capiturno e capireparto mentre gli impiegati sarebbero solo una ventina contro i 93 inizialmente ipotizzati dal piano Morselli. Restano quindi una 70ina di esuberi che non possono essere licenziati in virtù dell’accordo che non prevede licenziamenti. In queste ore, però, diversi avrebbero già avuto contatti con l’ufficio del personale: le ipotesi prospettate sono due o il demansionamento con il ritorno nelle varie aree dei reparti o la buona uscita (l’offerta degli 80mila euro è valida fino a fine anno).

A questo punto in tanti tornano alla carica con l’amianto. “Perché – si chiede più di qualcuno – il Governo che tanto ha fatto con questa mediazione non ci mette qualche soldo e concede i benefici della legge sull’amianto ai lavoratori Ast”. Il beneficio che consentirebbe di superare in maniera più “indolore” questo “step”. Un centinaio più o meno i lavoratori che potrebbero usufruirne.

Sulla questione degli organici i sindacati di categoria e le rsu hanno già chiesto un incontro urgente con il dirigente dell’ufficio del personale Ast, Arturo Ferrucci.

Sul fronte degli stipendi, la mensilità di novembre non è stata corrisposta ancora ai 2700 lavoratori Ast. Il pagamento, come già era stato annunciato nei giorni scorsi, potrebbe slittare oltre il 10 dicembre.

La terza questione riguarda l’indotto. I lavoratori delle ditte terze non hanno nascosto il loro malcontento per un accordo che, a loro giudizio, non li tutela. E mentre è in programma per sabato prossimo una loro assemblea, oggi un gruppo di dipendenti ha diffuso un volantino in cui si afferma che “dopo la firma dell’ipotesi di accordo sulla vertenza Ast, è ormai palese che le istituzioni, sindacali e politiche, considerano i lavoratori delle ditte terze operai di serie B”.

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