Ast, faccia a faccia sindacati e istituzioni, nel Pd si studia la strategia per il 4
TERNI – Azzeramento del piano di Thyssen, ridefinizione dei soggetti interlocutori, avvio immediato della vendita (e si torna a parlare di Aperam e Posco ndr.). Sono queste le direttrici intorno alle quali, istituzioni, politici e sindacati preparano l’incontro del 4 settembre al Mise sulla vertenza Ast.
Il punto è stato fatto oggi pomeriggio all’Hotel Valentino dove si sono svolte le assemblee provinciali e comunale del Pd allargate alla partecipazione dei lavoratori e dei sindacati. Presenti anche la presidente della Regione, Catiuscia Marini e il segretario regionale del Partito democratico, Giacomo Leonelli. Più che un appuntamento di partito è stata quindi l’occasione per guardarsi negli occhi e analizzare la situazione.
Il sindaco Di Girolamo e la presidente Marini, che hanno tirato le somme dell’incontro, hanno posto l’accento in primis sugli interlocutori. Per Di Girolamo la questione va affrontata con il Governo, la commissione europea, non la commissione antitrust, e con il consiglio d’amministrazione della Thyssen, “non con il capo divisione – ha precisato il sindaco – L’obiettivo è che il piano scompaia dal tavolo e si riapra la discussione sulla soluzione economicamente più sostenibile. Se ci sono spazi finanziari per Thyssen affinché possa mantenere l’attuale asset. Se non è possibile allora si apra da subito la vendita”. Il pensiero va ai due potenziali acquirenti, la francese Aperam e i corani della Posco.
La Marini ha assicurato l’interesse del Governo che ad agosto ha scritto una lettera ad Almunia per richiamare l’attenzione sugli impegni che Thyssen si era assunta per Ast nel medio periodo. In vista dell’incontro del 4, la Marini ha ricordato a tutti i soggetti l’importanza di come sarà presentata la questione a livello nazionale. Ha spinto sull’unitarietà e ha ricordato che sarà importante anche “come un pezzo del sistema economico produttivo e nazionale italiano si approccerà alla vicenda”.
“La riunione del 4 – ha detto la Marini – sarà importante per cominciare a tracciare il percorso all’interno di un Sistema Italia dove Terni non dovrà fare la parte della cenerentola”.
In precedenza ha parlato il segretario comunale, Andrea Delli Guanti, che ha ripercorso le vicende che hanno segnato negli ultimi 3-4 anni lo stabilimento di viale Brin. Ad entrare nel vivo ci ha pensato il capogruppo del Pd, in consiglio comunale, Andrea Cavicchioli che è stato categorico: “Non ci metteremo seduti al ministero a verificare se si possono risparmiare 100 o 150 unità – le istituzioni non sono disponibili a discutere nel merito le linee di quel piano che è irricevibile”. Luciano Neri, per anni presidente di Federmanager, ha confermato l’interessamento della massima associazione dei manager a livello nazionale che ha ricevuto da Terni una lettera con la quale viene presentata la vicenda.
Riccardo Marcelli, segretario Fim, ha posto l’accento sulle diverse criticità. “Se è vero che ci siamo portati dietro bilanci negativi è anche vero che per anni siamo stati figli di nessuno. Quando il 1° marzo siamo tornati in Thyssemn, Terninox non era più nel gruppo, abbiamo perso quindi la distribuzione dell’acciaio. Abbiamo trovato una nuova organizzazione del commerciale che per terni, ci avevano assicurato, può rappresentare una opportunità. Noi ancora non abbiamo capito qual’è questa opportunità. Altro elemento di criticità – ha aggiunto Marcelli – è la politica dei prezzi alti per cui qualcuno si rifiuta di prendere ordini da Acciai speciali Terni. A dicembre ci diranno che un forno dovrà essere spento. Non possiamo permettercelo”. In ultimo Marcelli ha sottolineato la necessità di “difendere le quote di mercato che Ast aveva”.
Il collega della Fiom, Claudio Cipolla, ha sintetizzato le richieste nel mantenimento dell’unitarietà e dell’integrità del sito, nel mantenimento dei volumi produttivi e nell’autonomia commerciale.
Le coupe de theatre che qualcuno aveva sperato alla vigilia della riunione non c’è stato,