Ast Terni, cronaca del negoziato, Marini: “Trattiva in stallo”, muro dei sindacati

L’Ast sarebbe disposta a ridurre il numero degli esuberi da 550 a 290 ma la “concessione” non convince e le posizioni tra le parti restano distanti.

Nel corso della lunga trattativa che si è interrotta questa mattina all’alba, l’azienda ha  comunicato il passaggio dai 550 tagli annunciati a luglio a 250 con possibili incrementi a due anni dall’avvio del piano industriale. La notizia arriva dal segretario della Ugl Metalmeccanici, Maria Antonietta Vicaro, e dal vice segretario nazionale, con delega alla siderurgia, Daniele Francescangeli.

I due sindacalisti fanno sapere che nonostante la multinazionale abbia confermato anche investimenti e stabilità di produzione per il sito di Terni, “le posizioni tra le parti restano ancora lontane e ci sono dei punti in discussione su cui bisogna lavorare per raggiungere un’intesa. Il problema – dicono Vicaro e Francescangeli – resta sugli ingenti tagli previsti  sul costo del lavoro, con il quasi totale azzeramento dei contratti integrativi in essere nonché sulla dichiarazione di voler provvedere comunque a strumenti di licenziamento dopo i due anni dall’avvio del nuovo piano industriale per quanto riguarda gli eventuali residui sugli esuberi.

Più duro l’attacco della Fiom che parla di “trattativa appesa a un filo sottile dopo che Ast non ha saputo cogliere la disponibilità importante e dettagliata del sindacato ad arrivare a un accordo che tenga insieme nuovo piano industriale e commerciale, investimenti e riduzione dei costi, compreso il costo del lavoro”.  “La verità – scrivono Rosario Rappa, segretario nazionale di Fiom-Cgil, e Gianni Venturi, responsabile per la siderurgia – è che Ast pensa, con gli esuberi e con il taglio dei salari di chi resta in azienda, di finanziare non solo il pareggio di bilancio ma anche di pagare gli investimenti. Per noi è inaccettabile”.

E’ dunque sul costo del lavoro e in particolare, sulla contrattazione di secondo livello che la trattativa si è arenata. Una trattativa lunga e difficilissima. La strada sulla quale si è incanalata la vertenza Ast ora più che mai è tutta in salita. Lo dimostrano i tre tavoli separati su cui il Governo, attraverso il ministro Guidi, ha cercato fino all’ultimo una mediazione. Di fatto il tavolo collegiale al Mise non è mai cominciato. La titolare del dicastero dello Sviluppo economico ha portato avanti il difficile negoziato con le parti separatamente: da un lato le istituzioni locali – presenti la presidente della Regione, Catiuscia Marini, il sindaco di Terni, Di Girolamo e il presidente della Provincia, Polli – dall’altro l’azienda con l’amministratore delegato Lucia Morselli e una delegazione di Tk, e i sindacati nazionali e locali.

Lapidario il comunicato dei sindacati al termine dell’incontro: “Si è proseguito il negoziato rispetto alle tematiche relative ai costi del personale, in particolar modo a quelle riferibili alla contrattazione di secondo livello. Durante la discussione non sono emersi elementi per tentare di arrivare, oggi, ad un’ipotesi di accordo”.

La presidente della giunta regionale Catiuscia Marini sostiene che “nonostante gli sforzi di mediazione tra le parti, messi in atto dal Governo, la trattativa sulle Acciaierie di Terni è in una fase di stallo”. La Marini sottolinea che “il nostro interesse è e resta, quello di avere chiarezza sul Piano industriale e sugli impegni che la ThyssenKrupp intende avere prendere in relazione agli investimenti e ai volumi produttivi che, neanche in questa fase, sono stati indicati con chiarezza. In un momento così difficile per noi i costi sociali del Piano industriale presentato da Tk restano insostenibili e, pertanto, l’impegno delle istituzioni locali, e in primo luogo della Regione Umbria, è quello di difendere e tutelare il lavoro a Terni e in Umbria. Con questa determinazione – conclude la presidente della Regione – ci presenteremo nuovamente all’incontro di venerdì al ministero dello sviluppo economico, cogliendo fino in fondo le preoccupazioni che vengono dalla fabbrica, dai lavoratori e dai sindacati territoriali”.

Il ministro Guidi ha aggiornato il tavolo a venerdì, il giorno prima della scadenza della “tregua” firmata dall’azienda rispetto all’applicazione del piano presentato a luglio. Un piano lacrime e sangue che prevede, tra l’altro, 550 esuberi e lo spegnimento del secondo forno in due anni.

Due giorni, 48 ore, separano le parti da quello che è sicuramente “l’ultimo appello”, l’estremo tentativo di arrivare a un’intesa alternativa. Venerdì il Governo si riserva di avanzare una sua proposta e chiede la presenza della stessa Thyssen. Data la situazione il ministro Guidi ha rivolto un appello perché ci sia “grande senso di responsabilità per poter raggiungere un’intesa”. La Fiom fa già sapere che “o vengono nuove disponibilità o per noi non ci sono le condizioni per arrivare ad un accordo”.

Intanto sabato, mentre è confermata la presenza del premier Renzi ad Assisi, è sfumata l’ipotesi di un suo passaggio per Terni.

Un pensiero riguardo “Ast Terni, cronaca del negoziato, Marini: “Trattiva in stallo”, muro dei sindacati

  • Ott 1, 2014 in 13:36
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    DA RENZI ,MI ASPETTO SI VADA PURE AD ASSISI ,CI MANCHEREBBE,MA SECONDO ME ,DOPO QUELLO CHE HA DETTO IN PRECEDENZA,UN SUO FORTE INTERVENTO SU AST A TAVOLINO,DOPO MAGARI ESSERSI SENTITO CON LA MERKEL SAREBBE MOLTO PIU IMPORTANTE.
    AD ASSISI FA SEMPRE IN TEMPO AD ANDARCI.LA THYSSEN NON ASPETTA PER MANDARE A CASA I DIPENDENTI TERNI.
    ALTRIMENTI DEBBO COMINCIARE A RICREDERMI PER QUELLO CHE RIGUARDA LA SUA PERSONA.
    NON VORREI FARLO.GLI HO DATO LA MASSIMA FIDUCIA,SE LA MERITI.
    PENSO CHE IL MIO PENSIERO SIA CONDIVISO DA MOLTI.

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