Ast Terni, si entra nel vivo: delicato il passaggio sui numeri, lunga notte di trattativa

La trattativa sul futuro dell’Ast entra nel vivo ma l’intesa è ancora lontana e, con tutta probabilità si andrà avanti per tutta la notte. La partita si sta giocando ancora su tre tavoli: quello tra Governo e istituzioni, Governo e sindacati, Governo e azienda. Dalle poche indiscrezioni che arrivano dal Mise, pare che si stia entrando nel cuore della vertenza. Il Governo dovrebbe aver messo sul tavolo gli incentivi che sarebbe disposto ad accordare all’azienda per abbattere i costi dell’energia a fronte di un impegno concreto sugli investimenti. Se sul piano industriale le parti potrebbero giungere a un punto di incontro, le posizioni restano distanti sotto il profilo dell’occupazione.  L’azienda vorrebbe azzerare il contratto integrativo e decentrato del 2005. E poi c’è la questione del numero e delle modalità degli esuberi (il piano presentato il 17 luglio parla di 550 dipendenti da mettere in mobilità). Ed è proprio sull’occupazione che si registra  il passaggio più delicato con i sindacati nazionali e locali pronti a fare muro.

La trattativa sembra dunque ancora molto lunga. Quella in corso sarà una lunga notte per la vertenza Ast così come lo era stata quella del 4 settembre scorso. Quello che si sta svolgendo al Mise è considerato un incontro chiave per il futuro dell’Ast. Per il governo è presente il ministro Federica Guidi, per l’Ast, l’amministratore delegato, Lucia Morselli e rappresentanti della Thyssen.

“Se l’esecutivo farà la sua parte oggi è possibile un’intesa, ma se avviene il contrario nessun accordo ed ognuno per la propria strada”, ha detto Mario Ghini, segretario nazionale Uilm prima di varcare la soglia del ministero. “Al ministro Federica Guidi – ha sottolineato Ghini – chiediamo una concreta azione affinchè si riduca l’impatto economico sul salario e sull’occupazione rispetto a quanto prospettato dal piano industriale presentato dall’azienda. Il Governo deve mettere in campo, per esempio, precisi interventi infrastrutturali come la riduzione del costo dell’energia”.

Se, stando anche alle dichiarazione del ministro Guidi, pare certo un aiuto del Governo all’azienda sul fronte dei costi dell’energia, resta da capire che cosa metterà o meglio “lascerà” sul campo l’azienda. A fronte degli “sconti” , l’impressione è che l’azienda sia disposta a cedere qualcosa sul fronte dei tagli del personale. Quali siano però i margini della trattativa è difficile ipotizzarlo, visto tra l’altro, che sono pochi i dipendenti che potrebbero usufruire degli ammortizzatori sociali.

Altro nodo, quello delle quote di mercato, connesse all’autonomia commerciale dell’azienda e gli investimenti che la multinazionale tedesca vorrà realmente mettere in campo per il potenziamento del reparto a freddo. Questione cruciale sarà anche il secondo forno che l’azienda vorrebbe chiudere in due anni. Un’ipotesi rispetto alla quale i sindacati fanno muro perché sulla sua “sopravvivenza” si gioca la “fisionomia” stessa polo d’eccellenza ternano.

Non è escluso che oggi si possano gettare le prime basi di un accordo a cui si potrebbe arrivare a tappe successive. La maratona iniziata questo pomeriggio su tavoli separati e destinata ad andare avanti ancora per molto.

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