Bambini autistici, con disabilità psichica e cognitiva: il “Baobab” come punto di riferimento da 16 anni ad oggi
TERNI – Ogni giorno è come se fosse un giorno nuovo. I loro sogni sono grandi, come grandi sono le porte che ti lasciano entrare in quel mondo “nuovo”, fatto di amore, comprensione e soprattutto impegno.
Alessandro, Federico, Gennaro, Lucio, Mascia, Nicolò, Beatrice, Samir, Federico, Valvona, Valbon, Cristopher, Ivan, Max, Brenna e Joao, sono i ragazzi del Centro di Accoglienza Semiresidenziale “Baobab”.
Nella struttura trovano aiuto e protezione bambini autistici, con disabilità psichica e cognitiva. Tutti insieme condividono il bisogno di stabilità e di cura che il “Baobab” può regalargli.
Sopra quel grande arbusto, il più grande al mondo, i bambini costruiscono la loro “casa sull’albero”. Una casa che poggia su sei rami, diventati ormai pilastri di vita: Marta, Valentina, Claudia, Chiara, Luisiana, Genny ed Antonio. Sono loro gli operatori che, insieme alle infermiere Silvia, Cinzia e Roberta, di giorno in giorno, svolgono un lavoro enorme con questi ragazzi.
Qui si riscopre un sentimento che troppo spesso dimentichiamo di provare: amore.
Quella cucina, quelle camere da letto e quel salone pieno di disegni, sono diventate per i ragazzi una seconda casa, priva di barriere e di mura.
Lì, tutti sono uguali. Non c’è alcuna differenza.
Una volta entrati ci si spoglia di tutti i problemi, di tutte le difficoltà della vita. E tutti, davvero tutti, si stringono la mano, pronti a camminare insieme, mai soli.
Si fa merenda, si fanno pensieri in grande, e poi si studia, si gioca, si va in piscina d’estate e si torna a casa tardo pomeriggio.
Quando si litiga, ci si ritrova tutti intorno ad un grande tavolo, si riflette, si chiede scusa, e soprattutto si cerca di capire cosa si è sbagliato per non rifarlo più. E tutti, nessuno escluso, partecipano “alla pace”, sancita con una stretta di mano.
I bambini del “Baobab” costruiscono passo dopo passo la loro identità, il loro percorso e soprattutto i loro sogni.
Sogni grandi, che fanno brillare gli occhi di chi li osserva da vicino. C’è chi vuole diventare geografo e conosce tutte le capitali degli stati europei. C’è chi sogna di diventare un calciatore famoso come Dybala. C’è chi vorrebbe entrare in Polizia o lavorare in un supermercato, magari a Casteltodino, a due passi da casa e dalla sua famiglia.
Proprio ai genitori, oltre che alle operatrici, è affidato un compito importante. “Ogni giorno – racconta Marta, operatrice del Centro Baobab da anni – i genitori dialogano con noi. C’è un monitoraggio dei ragazzi a 360 gradi, e siamo fiere ed orgogliose di poter lavorare a stretto contatto con loro”.
“Il centro funziona – spiega Silvia, infermiera e coordinatrice del Centro. C’è un’ottima collaborazione con le operatrici, e con i bambini. Il centro è aperto dal 2001. L’esperienza più bella che ho vissuto e vivo ancora qui dentro è che nessuna persona ti dimentica. Dal 2001 ad oggi, ho visto tanti ragazzi varcare la soglia del Centro: oggi molti di loro sono quasi adulti.
L’obiettivo più grande per le operatrici è quello di completare la terapia dei ragazzi e farli uscire dalla struttura. Un “ciao” mai un “addio”, vissuto dal bambino come il raggiungimento di un obiettivo.
Il percorso è lungo, a volte faticoso, ma l’impegno paga sempre.
Particolare attenzione è stata rivolta ai bambini autistici. Tutti gli operatori infatti hanno compiuto un percorso formativo dedicato all’uso delle “Tecniche ABA nei minori con disturbo spettro autistico”. L’obiettivo è cercare di modificare i comportamenti inadeguati e aiutare i bambini ad acquisire nuovi atteggiamenti funzionali attraverso l’esperienza.
Dal settembre 2000 ad oggi il centro “Baobab” ha accolto 70 minori con varie patologie, da quelle psichiatriche a forme di ritardo mentale associato a disturbi comportamentali. 53 minori sono stati dimessi e 16 oggi frequentano il Centro, con un’impennata di bambini stranieri, provenienti per lo più dall’est Europa.
Il mondo del Baobab può contare anche sull’aiuto di volontari e tirocinanti che propongono e supportano attività stimolanti per i bambini.
La famiglia e la scuola sono due mondi inscindibili con i quali le operatrici e la coordinatrice si confrontano per entrare al meglio nella vita del bambino. C’è un clima di stima reciproca tra la scuola e il Baobab.
Con la crisi e con poche risorse in tasca però, è difficile andare avanti di anno in anno.
Il Centro ha quindi organizzato una cena di beneficenza: venerdì 19 maggio alle ore 20.15 al “Circolo del Drago”. Un appuntamento diventato ormai fisso da anni.
Grazie ai soldi raccolti dalla cena, il Centro potrà garantire tutte le attività che vengono svolte in estate. Le operatrici infatti non lasciano soli i ragazzi neanche quando fa caldo. E cosa c’è di meglio di un bel tuffo in piscina o di una breve vacanza?
@MCScardocci