Bevagna, il Pd scarica la Polticchia: “Apriamo una fase nuova”

BEVAGNA – Il Pd di Bevagna ha di fatto scaricato l’attuale sindaco, Analita Polticchia. La decisione con l’ultima assemblea, formalizzata dal segretario Fabio Maccarelli che scrive senza mezzi termini: “E’ venuto a mancare il necessario rapporto di fiducia nei confronti del sindaco e dell’amministrazione”.

Maccarelli ricostruisce gli ultimi mesi, ricordando che il sindaco si era resa disponibile a lavorare intorno a un tavolo, per definire un programma in continuità con quanto finora svolto, individuare insieme una squadra per “farla crescere”, in modo da “andare al congresso civico con chiarezza. “L’assemblea ha naturalmente considerato questa proposta, nonostante che i rapporti non fossero stati facili tra il partito e l’amministrazione, negli ultimi anni, già da prima del congresso che mi elesse segretario. Fin da subito, come nuovo direttivo, proprio per la necessità riconosciuta da tutti di dover lavorare insieme, avevamo con franchezza fatto presente al sindaco che lo stato dei rapporti con la città era negativo, a tratti tempestoso e che l’amministrazione veniva vista come qualcosa di isolato, di estraneo. Abbiamo discusso molto di queste cose: 35 riunioni del direttivo in 27 mesi non sono poche, 7 assemblee degli iscritti, diverse assemblee pubbliche e pure parecchio partecipate”.

Una partecipazione che è servita a discutere le questioni politiche chiave, “prima di tutto la comunicazione come priorità, sia fra di noi sia verso la città; poi il fare squadra con informazioni complete e precise, dando seguito agli impegni con decisioni politiche condivise, con una verifica oggettiva e consultazioni popolari sullo stato di attuazione del programma amministrativo o quanto meno con una costante convocazione dei partiti di maggioranza da parte del sindaco”. “Si capiva, certo, che i “chiari di luna” e le situazioni difficili non consentivano di fare granché. Tra l’altro, per onestà intellettuale, devo dire che alcune risposte alle nostre domande relative al bilancio sono arrivate, anche se invariabilmente suonavano come un disco rotto: “non si può fare nulla”. Oggettivamente però, delle 35 questioni che abbiamo posto all’amministrazione, delle quali 30 non comportavano costi per il Comune, abbiamo avuto n. zero risposte positive. Immagino che tutto questo abbia disamorato più d’uno, scoraggiandolo a rifare la tessera”.

Snodo fondamentale è stata l’assemblea del 12 settembre 2014 ma “il sindaco non ha ritenuto di dar seguito agli impegni del 12 settembre 2014, e l’azione amministrativa ha messo ancor più drammaticamente in ombra quella politica, agendo senz’altro con impegno e dedizione, ma più che altro da direttori tecnici, smarrendo il programma del 2011, come pure la prospettiva politica della legislatura.
Diciamocelo: il programma 2011 a ragion veduta appare chiaramente velleitario, ad ogni modo è stato realizzato per molto meno del 20%. Per esempio: non sono mai stati attivati i tavoli tematici permanenti previsti fin dalla prima pagina del programma, né le consultazioni cittadine sul posizionamento del polo scolastico, il Centro servizi per le famiglie, la redazione di un “Bilancio sociale”, l’armadio farmaceutico nel centro storico, la formazione e borse lavoro per i giovani, l’istituzione di una struttura di servizi per “micro-progetti”, il progetto sviluppo turistico sinergico e unitario, la partecipazione pubblica del piano urbanistico, il tavolo per i diritti dei migranti, l’Ecomuseo, le azioni varie per i bambini, tra cui nonni-attivi”. Le difficoltà, per il segretario del Pd, hanno influito sul risultato negativo alle elezioni regionali del 2015, “nelle quali per la prima volta il centrosinistra è andato sotto al centrodestra, anche se di un soffio, forse a causa del maggior assenteismo di oltre il 5%, registrato a Bevagna rispetto ai comuni limitrofi”.

“L’assemblea della sfiducia – ricorda Maccarelli –  si era conclusa con la presa d’atto da parte del Sindaco, del fatto che la maggioranza si fosse espressa in modo chiaro sul diniego alla sua ricandidatura, dichiarando altresì che non serviva una votazione formale e che “la chiarezza alla fine c’è stata ed è anche un sollievo per tutti. Chiedo che il partito esprima le sue motivazioni”. Successivamente, però, il sindaco ha fatto presente al segretario regionale che non c’era stata una votazione, pertanto in una seconda assemblea ha recuperato questo “vulnus”. Si noti che in entrambe le assemblee era presente e garante il responsabile regionale per gli enti locali. Insomma il Partito Democratico di Bevagna ha agito nella piena legalità normativa e statutaria e dispiace veramente notare l’acredine che permea alcune comunicazioni del sindaco, diffuse sui social media, sui giornali e in pubbliche assemblee, peraltro convocate solo dietro forte pressione delle associazioni, come ricordano e dimostrano i fatti di questi giorni riguardante la gestione dei beni culturali di Bevagna”.

“La volontà del partito democratico è di aprire una fase nuova, nuova nel metodo di lavoro, nuova nella ricerca di risultati concreti da subito. Il progetto del “Congresso Civico” è questo: nasce a Bevagna, da una solida necessità; è un progetto di apertura alla città, nel rispetto dei valori della Costituzione italiana ed è un progetto necessariamente e opportunamente inclusivo. Parla a Bevagna, di una gestione collegiale del bene comune, con un coordinamento fra i ruoli dirigenti, intesi nel senso più ampio, della città, siano essi di tipo civico/politico, associativo, imprenditoriale, amministrativo.  Chi ha ruoli di responsabilità sociale è chiamato a cooperare per individuare e attuare il programma e per la sua verifica ed eventuale correzione nel tempo. Ma insomma questo Congresso Civico quando si tiene? Ecco, sabato 20 febbraio pomeriggio si inizia”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.