Bufera Gesenu: scoppia il caso dei rifiuti ospedalieri. Scaduto il contratto non è prorogabile

PERUGIA – Il contratto di Gesenu con l’azienda ospedaliera di Perugia per la gestione dei rifiuti speciali è scaduto il 7 ottobre. Vista l’interdittiva antimafia non c’è possibilità per l’azienda di una proroga. E’ quanto sarebbe emerso nel corso della riunione voluta dalla presidente della Regione, Catiuscia Marini, e dal sindaco Andrea Romizi con le stazioni appaltanti. Uno dei primi problemi da affrontare dunque riguarda la gestione dei rifiuti speciali dell’ospedale. Il punto è stato fatto ieri dal vicesindaco Urbano Barelli che ieri è stato sentito in commissione. Barelli ha detto inoltre che il Comune “sta dando esecuzione alla richiesta del prefetto volta alla fornitura di documenti sui contratti in essere, che abbiano rilievo per l’interesse pubblico e per i livelli occupazionali”. “Ciò consentirà – riferisce una nota dell’amministrazione – al prefetto di passare alla fase successiva, presumibilmente una nomina di un commissario per la gestione dei contratti di interesse pubblico onde garantire continuità del servizio. Non sarà, dunque, commissariata l’intera società, ma solamente i singoli contratti. Il cda, pertanto, rimarrà in piedi per la gestione dell’ordinaria amministrazione”. Il vicesindaco ha anche precisato che “il provvedimento del prefetto è un atto preventivo basato sul sospetto di tentativi di infiltrazioni mafiose; ne esce un quadro in gran parte legato alle vicende siciliane, in conseguenza di alcune scelte politiche del passato altamente discutibili. Come noto le vicende siciliane sono in via di dismissione – ha detto – tanto è vero che Gesenu sta cercando di uscire dalla partita anche grazie al recupero di gran parte dei crediti vantati (40 milioni sui 52 totali)”. Barelli ha ricordato anche che gli aspetti trattati nel provvedimento prefettizio, dunque, sono quattro: vicenda siciliana, presenza di dipendenti in Sicilia “discussi”, questione del socio privato, inchieste giudiziarie su Perugia.
Il vicesindaco ha precisato, infine, che “La durata del provvedimento prefettizio è correlata al permanere delle condizioni di sospetto indicate nell’atto. Sotto questo profilo resta centrale il problema dei soci privati, intorno ai quali ruota l’intera vicenda. Questa situazione dovrà essere risolta, in quanto di fatto intralcia la funzionalità della società; il problema è che trattandosi di una spa non è pensabile estromettere de plano qualcuno”.

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