Caccia al cinghiale, le associazioni: “Rivedere le quote”

TERNI – E’ previsto per la giornata del 25 settembre 2018 l’atteso incontro tra i rappresentanti della Associazioni Venatorie umbre (FederCaccia, EnalCaccia, ArciCaccia, ANUU e URCA) con l’assessore regionale, Fernanda Cecchini, per raggiungere una soluzione sulla spiacevole vicenda che sta investendo la caccia al cinghiale. A scatenare una polemica decisamente inopportuna per il mondo venatorio sono state le lettere con le quali gli Atc1 e Atc3 hanno comunicato alle squadre l’aumento della quota di iscrizione chiedendo, di fatto, di integrare la quota dei risarcimenti danni provocati dai cinghiali. Disposizione che rientrerebbe, secondo gli Atc, nel rispetto dell’articolo 4 comma 5 del R.R. 5/2010 e parte del R.R. 34/199 e successive modifiche dell’articolo 12 comma 1 bis lettera G, e nei Piani di Gestione.
“Una scelta discussa e discutibile – dice l’associazione ternana –  sia dal punto di vista procedurale, sia dal punto di vista gestionale della caccia al cinghiale specialmente quando si fa riferimento alla ridistribuzione dei settori in caso di mancato pagamento della quota richieste. Un quadro alquanto lontano dallo spirito di collaborazione che inizialmente si era posto alla base di una gestione efficace ed efficiente dei territori umbri. Specialmente dell’Atc3 Ternano – Orvietano, dal quale si leva la protesta della sezione provinciale e di tutte le sezioni comunali di FederCaccia che in attesa del confronto con la Cecchini hanno presentato alla dirigenza regionale le proprie perplessità”.
Secondo la FederCaccia di Terni: la normativa cui fa esplicitamente riferimento l’Atc3 richiede l’adozione del Piano di gestione annuale della specie per distretto. Di conseguenza ci si chiede come sia possibile definire “Piano di gestione” quelle considerazioni sugli abbattimenti, tanto più che il citato articolo 12 bis descrive puntualmente le sei complesse ed articolate azioni da compiere per redigere un piano.
“Pertanto sarebbe interessante un confronto tra tecnici qualificati se si evincesse dall’elaborato quale tecnico abbia agito per conto dell’Atc3. Ancor meno si comprende come possa aver approvato tale atto la Dirigenza Regionale senza minimamente rilevare I’assoluta inadeguatezza, e quindi appropriatezza, del cosiddetto Piano. Evidentemente si è preferito solo completare un iter amministrativo che consentisse all’Atc3 di richiedere somme con una parvenza di legittimità. Consideriamo ciò un fatto grave in quanto il Piano di gestione del cinghiale, da anni reclamato con forza da FederCaccia Umbria, è uno strumento fondamentale per gestire effettivamente la specie, renderla compatibile con l’ambiente e l’agricoltura, per evitare I’insorgere di conflitti tra varie forme di caccia. Non mancano certo le critiche verso l’Atc3 che, di fatto, continua a esercitare le proprie funzioni in un limbo normativo e rappresentativo che dovrebbe essere chiarito e risolto quanto prima. Soprattutto quando ad emergere sono elementi determinanti per l’efficacia delle disposizioni, ovvero la partecipazione e la condivisione degli atti.  Come è possibile pensare di redigere un vero Piano di gestione, e poi realizzarlo, senza il minimo confronto con gli attori principali della questione quali sono le associazioni agricole e venatorie ed i soggetti che intervengono nel prelievo, cioè gli operatori? Addirittura Nella stessa lettera inviata dall’Atc3 alle squadre si “assegnano” distretti e settori, talvolta modificando l’assegnazione rispetto all’anno precedente: con quali criteri “innovativi e riservati” è stato fatto? Con chi sono state partecipate queste scelte?”.
“Nel confermare la nostra posizione contraria e la volontà di manifestare le nostre perplessità all’assessore Cecchini, come FederCaccia di Terni riteniamo estremamente lesiva e vessatoria la posizione dell’Atc3 esplicitata nella lettera in cui al mancato versamento della quota di iscrizione, fissato come termine ultimo per il 25 settembre, annuncia come effetto la “la ridistribuzione dei settori alle altre squadre”. La FederCaccia di Terni chiede pertanto di ritirare la nuova richiesta economica alle squadre e di rivedere la posizione degli Atc”.

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