Casciari vince al Consiglio di Stato, fuori Biancarelli dal Consiglio regionale

PERUGIA – Il Consiglio di Stato si è pronunciato: la Casciari ha ragione e conquista il posto a Palazzo Cesaroni. L’eugubino Biancarelli perde davanti ai giudici amministrativi e torna a casa. Clamorosa decisione del Consiglio di stato che ora ridisegna gli equilibri a Palazzo Cesaroni. Giuseppe Biancarelli era infatti presidente della Seconda commissione consiliare.

Il nodo centrale della contesa era il come considerare i voti espressi al solo candidato presidente. Voti che avevano permesso a Biancarelli di entrare in quanto non erano state conteggiate le preferenze del presidente. Fatto che invece risulterebbe necessario. “Il Consiglio di Stato – commenta Carla Casciari su Facebook – ha appena confermato la sentenza del Tar Umbria: sono stata finalmente eletta consigliere regionale! Ringrazio chi mi ha dato fiducia votandomi a maggio 2015 e chi in questi mesi mi è stato vicino, anche solo con il pensiero”.

Alla tesi della Casciari, Biancarelli aveva ribattuto con la dicotomia tra cifra elettorale di coalizione e cifra elettorale di lista, rispettivamente rilevanti, da un lato, per l’elezione del presidente ed il riparto esterno tra coalizioni concorrenti e dall’altro lato per il riparto interno alla coalizione, evidenziando che quest’ultima è l’unica rilevante al fine di misurare la rappresentatività della singola lista. “Tutto ciò – si legge nella sentenza – in un sistema elettorale complessivamente orientato a riconoscere le forze politiche minori, nel quale la medesima cifra elettorale di lista deve necessariamente essere rapportata con una grandezza omogenea, costituita dalla somma dei voti validamente espressi in favore di tutte le liste. Gli assunti ora sintetizzati, pur pregevolmente esposti, non possono tuttavia essere condivisi e l’appello deve pertanto essere respinto. Non può essere negata la gran parte dei rilievi del dott. Biancarelli, riferiti al sistema elettorale regionale umbro nella sua complessità, e volto ad assicurare un’equilibrata rappresentanza delle varie forze politiche, in particolare attraverso correzioni “di minoranza” per il riparto esterno ed interno dei seggi. A questo riguardo sovviene in particolare la duplice nozione di cifra elettorale: quella di coalizione da un lato e quella di lista dall’altro, su cui si imperniano gran parte degli assunti del dott. Biancarelli. Questa distinzione è basata sul computo, nel solo primo caso, dei voti espressi nei confronti del solo candidato presidente. Nel secondo caso si fa infatti riferimento alla cifra di lista, senza l’ulteriore specificazione che in essa è compresa la cifra elettorale «conseguita da ciascun candidato alla presidenza della Giunta regionale»”. “E’ infatti evidente che per stabilire la cifra elettorale di coalizione si debba tenere conto dei voti assegnati solamente al candidato alla presidenza, perché nella determinazione dei rapporti di forza tra coalizioni concorrenti viene riconosciuta la “bontà” della scelta delle forze politiche manifestatasi nell’appoggio al candidato più suffragato, nell’ambito di un sistema elettorale che attribuisce a quest’ultimo un’investitura popolare diretta. Tanto più questa considerazione si addice al sistema elettorale regionale umbro, che ha introdotto una sorta di «rapporto bidirezionale» (per impiegare un’espressione dell’appellata d.ssa Casciari) tra candidato presidente e lista o coalizione di liste collegate, prevedendo l’estensione automatica alle seconde del voto espresso solo al primo ed il divieto di voto disgiunto.Sempre nella medesima linea, è del pari evidente che i rapporti di forza interni alla coalizione, rilevanti ai fini del riparto a valle di quello tra opposte coalizioni, debbano essere misurati esclusivamente dai voti direttamente espressi a favore delle liste che di essa fanno parte, mentre i voti espressi al solo candidato, ma  estesi alla coalizione hanno una connotazione del tutto neutra. Ciò discende dall’evidente constatazione che tutte le liste della coalizione hanno concorso alla competizione elettorale su un piano di parità in appoggio di un candidato presidente. Quindi, sul piano normativo questo rilievo è fatto palese da quest’ultima disposizione, la quale prevede l’estensione a favore della lista collegata o alla coalizione nel suo complesso”.

Sul punto focale, cioè lo stabilire se anche per la soglia di sbarramento pari al 2,5 per cento dei voti validamente espressi nell’intera circoscrizione sia necessario considerare o meno i voti espressi in favore solo del presidente. “A questo riguardo, le deduzioni del dott. Biancarelli – dicono i giudici – si infrangono sul dato letterale della norma, nella quale è operato un testuale riferimento a tutti i voti validi, senza che ivi sia specificato che per questi si intendono solo i voti di lista”.

Ora il consiglio regionale sarà chiamato a ridisegnare la propria geografia politica. Con la sua uscita Biancarelli lascia libere due caselle, il consigliere era infatti membro della Prima commissione e presidente della Seconda. Per questo andrà chiarito dove subentrerà la Casciari. C’è poi il dato politico: la maggioranza che governa l’Umbria diventa un monocolore Pd, con 11 seggi dati al Pd e 1 ai socialisti.

 

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