Città di Castello, rissa a scuola e un prof finisce in ospedale

CITTÀ DI CASTELLO – Rissa all’istituto Patrizi – Baldelli – Cavallotti. L’episodio ha coinvolti cinque minori di origini egiziane e un tifernate, con un professore che è finito in ospedale. A scatenare il diverbio sarebbe stata una battuta di troppo tra ragazzini. Il professore, che ha tentato di sedare la rissa, ha riportato la frattura del dito della mano. La dirigente scolastica Anna Rita Benedetti ha chiamato i carabinieri ed è intervenuta con una lunga lettera pubblicata sul sito dell’istituto.

“Una parola sgarbata, una risposta altrettanto offensiva hanno scatenato reazioni incontrollate nel gruppo di alunni coinvolti e, prima che si potesse fermare la sequela di aggrressione/difesa, due alunni e un docente hanno subito lesioni. Il tutto in pochi minuti – scrive – Mi domando, come responsabile della scuola, e ci siamo interrogati anche con i docenti, se abbiamo fatto tutto il possibile per prevenire un tale evento. L’accaduto assume una sfumatura particolarmente delicata in quanto sono coinvolti quattro studenti di nazionalità egiziana, immigrati senza famiglia, giunti con i famigerati “barconi”.
Se inquadriamo il fatto nella situazione generale dell’accoglienza degli immigrati in Italia, possiamo comprendere le reazioni degli alunni, dei genitori e la possibile strumentalizzazione a vari livelli delle problematiche emerse”. “Pertanto – aggiunge la preside – se torno indietro e mi interrogo sulle azioni attivate per favorire l’integrazione e la formazione dei miei studenti, posso in coscienza affermare che, con l’aiuto e la collaborazione di tutto il personale della scuola, con la collaborazione delle famiglie e delle comunità di accoglienza, con la collaborazione degli Enti locali e di associazioni del territorio, oltre che delle realtà produttive, abbiamo davvero fatto il possibile per la formazione umana e professionale dei nostri alunni”.

“La responsabilità di quanto successo è in capo alla politica – ha detto in una nota Valerio Mancini, che ha visitato l’istituto – il tentativo assurdo di integrare tutto e tutti, ad ogni costo, provoca fatti che possono avere conseguenze ben più gravi rispetto a quella di ieri. Basta con la politica dell’accoglienza, l’Egitto non mi risulta sia in guerra, anzi è uno stato indipendente e sovrano per questo che i quattro studenti devono essere vanno rimandati a casa loro, non sono certo vittime di conflitti”.

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