Colussi, Perugina, Novelli: esplode la crisi del lavoro in Umbria: la Regione convoca un tavolo di monitoraggio per tutte le vertenze aperte
PERUGIA – Settimana di passione per l’Umbria sul fronte del lavoro. Perugina e Colussi sono i casi più eclatanti, giunti al giro di boa e alla settimana cruciale. Per la Perugina già si parla di esuberi, per la Colussi oggi è stata proclamata l’intenzione di avviare i licenziamenti per 125 dipendenti. Un atteggiamento che i sindacati ritengono “inaccettabile” e hanno avviato anche la mobilitazione. Una situazione difficile, che sembra preoccupare anche le istituzioni.
Si dice preoccupato il consigliere regionale del Pd Giacomo Leonelli, che fa notare come il numero degli esuberi sia aumentato rispetto al momento della presentazione del piano industriale. “Invochiamo l’intervento del Governo”, dice il deputato Pietro Laffranco (Fi). Il consigliere regionale Marco Squarta chiama in causa Palazzo Cesaroni, dicendo che “l’Assemblea legislativa non può far finta di non vedere una serie di crisi aziendali che stanno devastando il tessuto economico e sociale dell’Umbria. Centinaia di lavoratori senza credibili prospettive di reinserimento e altrettante famiglie umbre si troveranno presto in serie difficoltà e la politica deve fare tutto ciò che è possibile per evitare la
desertificazione economica di questa regione. Anche l’Assemblea legislativa regionale dovrà quindi – conclude il consigliere – farsi carico di delineare azioni efficaci di sostegno alla ripresa economica in grado di porre fine all’emorragia di posti di lavoro che sta dissanguando l’Umbria”.
Intanto, da Palazzo Donini, l’annuncio della convocazione di un tavolo di tutte le crisi aziendali aperte in Umbria. “Gli esuberi non sono numeri ma donne e uomini con le loro famiglie, espressione della coesione sociale delle nostre città e di tutta la regione. Così come i piani industriali non possono scaricare esclusivamente alla mediazione istituzionale e sindacale l’impatto sociale di tali vertenze. C’è invece bisogno che gli stessi imprenditori e le associazioni datoriali assumano una parte attiva e da protagonisti nel mantenimento dell’occupazione e della coesione sociale”. “Il mantenimento dell’occupazione, dei posti di lavoro e la creazione di nuova occupazione, richiede il protagonismo attivo di tutte le parti, a cominciare dalle imprese”.