Consiglio grande sui rifiuti a Perugia, il vicesindaco Barelli: “Comune truffato sul caso Gesenu, ci costituiremo parte civile”

PERUGIA – Grande partecipazione a Palazzo dei Priori per il consiglio grande sui rifiuti. Un appuntamento che ha radunato associazioni, cittadini, istituzioni. Tutti a parlare di un tema che nell’ultimo periodo è sempre stato scottante. E che lo sarà sempre di più, considerando quanto ribadito dal vicesindaco Barelli che, sulla vicenda Gesenu, ha detto che il Comune è stato truffato e che per questo si costituirà parte civile nel processo, le cui indagini sono state chiuse da pochi giorni.

“Ci siamo trovati con un piano industriale assente -ha detto Barelli – impianti vecchi, un sistema di gestione anch’esso vecchio di trent’anni, debiti significativi e, ultima ma non ultima, l’indagine della procura, per cui Gesenu è stata sotto l’occhio della magistratura. L’amministrazione -ha proseguito il vice Sindaco- ha seguito con attenzione anche le preoccupazioni dei lavoratori di Gesenu, con l’intenzione, come abbiamo sempre sostenuto, di dover cambiare rotta,  bonificare e rilanciare l’azienda, anche a garanzia dell’occupazione. Con questi obiettivi siamo riusciti a varare il primo piano industriale e a ottenere lo sblocco dei crediti siciliani, 40 milioni di euro che sono tornati nelle casse dell’azienda.”

Barelli ha anche ricordato le trattative non facili con Cerroni e il rinnovo totale dell’organismo di vigilanza, in un’ottica di discontinuità con il passato. A questo, si aggiungono l’attivazione, nel 2016, di un progetto di vigilanza ecologica con il Wwf, quindi, nel marzo 2017, il progetto Futuro nel verde con azioni sulla gestione dei rifiuti e l’economia circolare.

“Abbiamo lavorato per far riaprire Pietramelina, -ha proseguito- e stiamo ancora lavorando per rinnovare la governance di Gesenu al fine di garantire il rilancio e il riposizionamento dell’azienda. Senza dimenticare la riduzione della Tari (10% delle famiglie e 4% per le aziende) che si è avuta nel 2016 e che è stata confermata anche per il 2017 pur con i problemi legati agli extra costi del servizio, e la distribuzione dell’indennità di disagio ambientale, che per la prima volta è stata utilizzata nel territorio e non nella fiscalità generale con 1064 famiglie che ne hanno giovato, di cui 358 con una riduzione della tari del 100 % e 106 del 50%).”

Il Vice Sindaco ha anche ricordato, con riferimento alla vicenda giudiziaria di Gesenu, come il comune sia stato truffato e per questo si costituisca parte civile, mentre riguardo all’acquisizione delle quote private ha spiegato che è stato fatto un tavolo per chiedere ad altri enti di rilevare il 55% di Gesenu, posto che il 45% è del comune di Perugia, ma non ci sono state risposte.

“Stiamo lavorando sulla Strategia rifiuti zero -ha concluso- con una delibera della giunta che è stata approvata nel marzo di quest’anno e che prevede anche l’istituzione dell’Osservatorio sui rifiuti, di un centro di ricerca, e la richiesta alla regione di un nuovo piano regionale dei rifiuti.”

All’intervento del Vice Sindaco hanno quindi fatto seguito gli interventi degli iscritti, quindi quelli dei consiglieri comunali.

Il primo a prendere la parola è stato Roberto Pellegrino (Coordinamento regionale Umbria Rifiuti Zero): che ha ricordato come a Perugia la raccolta differenziata sia ferma al 60% dal 2013, con una tariffa di 247 euro in media per abitante, una tra le più alte d’Italia, senza peraltro un reale riscontro in termini di qualità della differenziata stessa. Ha quindi richiamato l’esempio di Contarina quale modello da imitare senza bisogno di sperimentazioni.

Dello stesso Coordinamento anche Anna Rita Guarducci che ha chiesto da parte del gestore maggiore trasparenza nelle informazioni, condizione indispensabile perchè i cittadini possano avere più chiara la situazione della gestione dei rifiuti e Michele Giommini che, stigmatizzando lo sviluppo dell’economia dell’usa e getta, ha chiesto incentivi al riuso e supporto dell’amministrazione -attraverso spazi e supporto logistico- per la virtuosa esperienza del Reperair Café, sia in termini di vantaggi economici che di benefici sociali svolgendo anche una funzione di aggregazione e diffusione di buone pratiche.

Per Nicoletta Bernardi, la privatizzazione dei servizi di base è spesso un modo per privatizzare i profitti e socializzare i debiti e le spese, una posizione antiquata contro la quale ci si può impegnare per tornare ad una gestione pubblica dei servizi fondamentali.

Lucio Pala (Osservatorio Borgogiglione) ha sollevato il problema dell’infiltrazione mafiosa e delle ecomafie anche dell’Umbria, contro il quale, a suo avviso, il miglior antidoto è la pratica severa della trasparenza e della partecipazione civica.

Per Gabriele Silvestri (Associazione per i Diritti dei Cittadini) in questi dieci mesi dalla delibera rifiuti zero non è stato fatto abbastanza,  a partire dall’Osservatorio. “C’è una questione strutturale di fondo -ha detto- ovvero il fatto che Gesenu fa sia la raccolta che lo smaltimento, mentre le due funzioni dovrebbero essere separate, perchè è evidente che il business sta nello smaltimento e che, quindi, l’azienda cerchi di guadagnare da esso.” A suo avviso, se Gesenu ha rappresentato un modello all’avanguardia negli anni 80, ora è arretrato e necessita di investimenti in innovazione e tecnologie.

Maurizio Zara di Legambiente Umbria ha ricordato come sulla raccolta differenziata e sulla sua qualità Legambeinte abbia in più occasioni analizzato i dati dell’Umbria e ciò che ne emerge che la criticità più grande, soprattutto per i comuni gestiti da Gesenu, sia l’organico, un sistema particolarmente inefficiente per la qualità della raccolta stessa. “E’ questo il nodo su cui si deve intervenire -ha detto- se si vuole cambiare, attuando un sistema porta a porta.” In rappresentanza dei cittadini di Colle Umberto è intervenuto Natale Fiorucci che ha espresso la perplessità che i soldi dell’indennità di disagio ambientale servano piuttosto per comprare il silenzio delle persone.

Fabrizio Fratini (Cgil) ha, invece, proposto un’azienda unica con un ciclo unico in regione, con l’obiettivo di mettere al centro i cittadini.

Dal canto suo Candido Balucca ha posto all’assemblea e al Sindaco la domanda esplicita perchè un servizio che da il comune deve essere un business?

Andrea Mazzoni (Articolo Uno) ha parlato di un contesto generalizzato di regressione dei servizi pubblici, nell’ambito del quale anche il servizio di raccolta differenziata ha perso qualità e frequenza. “Adottare un atto come quello della Strategia Rifiuti Zero -ha detto- e poi non dargli attuazione evidenzia mancanza di una strategia politica.” Ha sottolineato come a suo avviso Gesenu non sia stata difesa né dal Comune né dalla Regione, lasciando passare il messaggio Gesenu=mafia e dimenticando che invece in tutto questo Gesenu è parte lesa.

Fabrizio Ercolanelli (Coord. Rifiuti Zero): ha ribadito quanto già chiesto dai suoi colleghi, ovvero l’attuazione vera di una Strategia rifiuti zero, l’ampliamento del servizio porta a porta e l’istituzione dell’osservatorio, stigmatizzando la politica dell’amministrazione Romizi sull’argomento e richiamando all’esempio di Contarina.

Dal canto suo, invece, Sauro Bargelli (WWF Perugia) ha apprezzato la svolta dell’amministrazione, la riduzione della tariffa e ha ricordato come l’errore di assegnare a chi fa la raccolta anche lo smaltimento è stato dovuto ad un sistema politico del passato che ha definito “comprensivo”  verso l’atteggiamento del gestore. “Chiediamo all’amministrazione -ha detto- di proseguire in questo impegno verso la Strategia Rifiuti Zero. E’ inaccettabile che gli extra costi dello smaltimento fuori regione vadano a finire in tariffa, perchè qui qualcuno ha truffato i cittadini.”

Quindi è intervenuto Luciano Piacenti, nuovo direttore impianti di Gesenu Spa, che ha confermato come l’azienda stia cercando di cambiare pelle, si stia impegnando verso una discontinuità con il passato. “Gli impianti -ha detto- sono un tema caldo, sappiamo che nella gerarchia europeo della gestione dei rifiuti la discarica è sicuramente in fondo ma c’è un transitorio che dobbiamo gestire e nonostante le difficoltà importanti vorrei far notare che il servizio non si è mai interrotto.”

“Sia su Ponte Rio che su Pietramelina -ha ribadito- Gesenu ha dei progetti importanti: l’attuale Pietramelina è stato oggetto di un profondo ravamping e stiamo aspettando che la regione ci dia l’ok per partire. La settimana scorsa -ha annunciato- Arpa ha effettuato un sopralluogo che ha dato esito positivo, quindi siamo nell’imminenza che la regione ci dia l’autorizzazione ad aprire. Per Ponte Rio procederemo ad una rifunzionalizzazione dell’impianto e ad un miglioramento anche dell’estetica, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Design.

Per Gesenu è intervenuto anche l’ing. Massimo Pera che ha ribadito la necessità di superare il modello dei cassonetti stradali, che ha definito un invito per chi non vuole fare la differenziata. Ha ricordato alcune criticità sia nella raccolta porta a porta che dell’organico, sottolineando alcune difficoltà nel ritiro gratuito dei pannolini, per i quali stanno valutando anche la possibilità di recupero monomateriale, sull’esempio peraltro di Contarina. Per il riuso ha ricordato il progetto presso l’isola ecologica di San Marco e l’attività di verifica dei composter distribuiti. Ha infine reso noto che nel primo semestre dell’anno sono stati effettuati 1700 controlli con 160 sanzioni elevate.

Andrea Carletti (Comitato Inceneritori Zero) ha sollevato la questione della sicurezza dell’area intorno alla discarica di Pietramelina, chiedendo al Sindaco cosa stia facendo il comune per metterla in sicurezza. Su questo punto è intervenuto anche il dott. Piacenti a ribadire come dalle verifiche fatte dal consulente esterno di Gesenu la discarica non presenti dati particolarmente preoccupanti rispetto a eventuali fenomeni di collasso, al contrario la struttura ha mostrato una certa stabilità anche in concomitanza con i fenomeni sismici del 2016.

Anche Gianluca Giorgi (Segretario Generale Fit Cisl) ha chiesto che vengano separati raccolta e smaltimento, tenendo peraltro presente l’interesse dei lavoratori a monte e dei cittadini a valle del servizio.

Infine, Claudia Marini (Centro Storico) ha sottolineato le criticità della raccolta nel centro storico che, a suo avviso, portano ad un’immagine di degrado che non corrisponde a quello che è Perugia e di fronte alla quale l’amministrazione non può rimanere inerte.

Al termine degli interventi dei pubblico sono intervenuti i consiglieri. Ad aprire l’ulteriore dibattito i pentastellati Pietrelli e Rosetti. Pietrelli ha sottolineato come il consiglio aperto abbia dimostrato tutta l’importanza e il valore della partecipazione dei cittadini, che deve diventare effettiva e concreta.

Dal canto suo, Rosetti ha ribadito come Gesenu sia a piene mani coinvolta dentro l’indagine in corso e come in passato i comuni siano andati a braccetto con una società che avrebbero dovuto controllare. “Ancora oggi su questo tema -ha detto- le istituzioni stanno abdicando al loro ruolo. L’inefficienza della raccolta differenziata proseguirà e gli extra costi saranno a carico dei cittadini. Sappiamo tutti che il sistema migliore è quello porta a porta ma non lo si vuole attuare.”

Il capogruppo M5s ha anche ribadito che il comune, dal momento che contribuisce per 41 milioni che diventeranno 43 con gli extra costi, al fatturato di Gesenu che è complessivamente pari a 70 milioni ha evidentemente un potere contrattuale che non vuole usare, mentre si lascia che il privato continui a non avere rischio d’impresa, scaricando i costi sulla fiscalità generale.

Al contrario Perari ha evidenziato alla collega di non voler buttare via il bambino con l’acqua sporca. “rendere Gesenu un’azienda totalmente pubblica -ha sottolineato- non è la panacea a tutti i mali, quello che conta è un servizio efficiente e una tariffa adeguata. Chiedo, però, una cesura netta con la governance di prima per riportare Perugia a livelli di qualità.” Critico nei confronti della regione, a suo avviso incapace di gestire la situazione a livello complessivo, Perari ha invitato l’amministrazione a far sentire la propria voce, coraggiosi nel rivendicare nei confronti della regione il ruolo che spetta al capoluogo e ad uno studio serio della tariffa puntuale.

Anche Numerini ha invitato a non dimenticare i risultati positivi che sono stati ottenuti dall’amministrazione Romizi nella gestione dei rifiuti, a partire dalla riduzione della tariffa, segnale a suo avviso estremamente positivo dopo anni di aumenti, con una qualità inalteratadel servizio all’indennità di disagio ambientale che -ha detto- non è comprare il silenzio della gente, ma ottemperare ad una norma che non ha mai avuto attuazione.”

Numerini ha, quindi, invitato la giunta ad andare avanti su quanto stabilito sulla strategia rifiuti zero.

Il capogruppo Pd Mencaroni ha invece invitato tutti a considerare i rifiuti non più un problema ma una risorsa e a partire da questo assunto per costruire un servizio adeguato alla città e d efficiente.

Il consigliere Arcudi ha invece richiamato l’amministrazione a non dimenticare che Gesenu è della città  e che difenderla è una responsabilità della città e dell’amministrazione. Ha, quindi, ricordato alcune azioni fatte dalla passata amministrazione -dalla trattativa con Hera , che si è interrotta con l’amministrazione Romizi, alle negoziazioni con Cerroni- invitando l’amministrazione a investire nella società e ad evitare il muro contro muro con la società sugli extra costi, cercando piuttosto un percorso condiviso.

A chiudere la serie di interventi è stato il consigliere Scarponi, per il quale quella di Gesenu  e dei rifiuti è sicuramente una delle partite più complesse di questa amministrazione, per la quale c’è tuttora necessità di una strategia che porti ad un cambio di passo rispetto al passato.

 

 

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