Antimafia, Bindi: “Su Gesenu va chiarito il ruolo pubblico e sono necessari altri approfondimenti”

PERUGIA – “La Provincia di Perugia e l’Umbria si confermano territori in cui non si può parlare certamente di insediamento mafioso come invece succede per la Lombardia. Ciò non vuol dire che non debba essere tenuta alta la vigilanza perché anche qui sono presenti organizzazioni italiane e internazionali e ci sono evidenti segnali della loro presenza”. Queste le parole della presidente della commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi nella conferenza stampa a margine della giornata di approfondimento della Commissione Parlamentare Antimafia sulla criminalità organizzata in Umbria. La presidente ha parlato anche del caso della Gesenu e delle indagini che hanno fatto emergere infiltrazioni in attività economiche come alberghi, edilizia e da ultimo la gestione dei rifiuti.

Sulla questione di Gesenu, in particolare, la presidente della commissione ha sottolineato la “necessità di un approfondimento della questione, riteniamo che sia necessario andare avanti per capire se questo modello di infiltrazione delle partecipate sia stato utilizzato anche in altre regioni”. “Tutto – ha detto Rosy Bindi – nasce da un’interdittiva a Catania data ad una società che fa parte dell’impero privato della compagine pubblico-privata. Noi riteniamo che l’applicazione della normativa approvata in occasione di Expo sia stata applicata per Gesenu. È una normativa importante perché consente di sostituirsi alle parti malate senza interrompere i servizi. Non vogliamo creare problemi di disservizi e pur aspettando la decisione del Tar, riteniamo che le interdittive siano fondate e riteniamo come commissione si debba fare un’inchiesta e un’indagine seria sulla parte privata di questa società che ha ramificazioni in molte province, anche in Sicilia dove c’è presenza mafiosa”. Per la presidente della commissione il socio pubblico deve interrogarsi sul partner privato. “perché – ha detto – non può si permettere a partner che hanno una configurazione così poco trasparente di trovare spazio”.

L’arrivo della Commissione Antimafia in Umbria, nell’ambito della ricognizione presso tutte le Direzioni distrettuali antimafia e per approfondire la situazione della criminalità organizzata nella regione, anche a seguito di vicende che segnalano il rischio di infiltrazioni mafiose in appalti pubblici, segna una svolta di non poco conto nel livello di attenzione che le Istituzioni riservano alla realtà umbra.
I lavori della Commissione, svolti presso la Prefettura di Perugia, hanno avuto inizio alle 11.30, con le audizioni del Prefetto, Raffaele Cannizzaro, da poco insediatosi nel capoluogo, che ha preso il testimone da Antonella De Miro, firmataria delle interdittive antimafia nei confronti di Gesenu. In mattinata sono stati sentiti anche il questore di Perugia, Carmelo Gugliotta, e dei comandanti provinciali delle forze di polizia e del capo centro Dia di Roma.  Nel pomeriggio è stato sentito il Procuratore della Repubblica di Perugia, Luigi De Ficchy.

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