Crisi delle costruzioni, nel terzo trimestre 2014 persi in Umbria 3600 posti di lavoro

ORVIETO – “In lotta per il futuro”, Orvieto come città simbolo umbra per la giornata nazionale delle costruzioni. Ogni regione, nella giornata odierna, ha scelto la sua modalità e in Umbria Fillea Cgil, Feneal Uil e Filca Cisl hanno incontrato i lavoratori e delegati del settore al Palazzo dei Sette di Orvieto. Città che ha vissuto sulla propria pelle il dramma delle conseguenze dell’alluvione e nella quale rimangono irrisolte ancora varie questioni legate alle criticità idrogeologiche. Una gestione corretta e interregionale del territorio, infatti, permetterebbe di dare risposte più efficienti in termini di sicurezza oltre a permettere di risparmiare risorse economiche.

L’incontro, presieduto da Gianni Fiorucci (Fillea Cgil), al quale sono intervenuti Franco Righetti e Federico Foiano Natalini (Feneal Uil), Tino Tosti (Filca Cisl), Cristiano Costanzi (Fillea Cgil) e Maria Rita Paggio (Cgil), è stato concluso dal segretario nazionale Filca Cisl Franco Turri. Assenti le istituzioni locali, invitate all’incontro.

Un incontro che è servito per trattare di una nuova edilizia che deve essere al servizio della comunità e della qualità della vita dei cittadini. Non bastano solo investimenti, ma bisogna creare un nuovo modello di sviluppo, basato sulla qualità, regolarità e legalità. Un’edilizia che deve difendere il territorio, seguendo un progetto ecosostenibile, e deve essere leva e motivo di sviluppo economico e occupazionale. Nel corso dell’incontro, a riguardo, sono state focalizzate le questioni relative all’incremento della disoccupazione, del lavoro nero e delle finte partite iva. Fenomeni che soprattutto in questo periodo di crisi devono essere arginati, sui quali è urgente dare una risposta concreta ed efficace.

Preoccupanti i dati illustrati dai sindacalisti. Nel terzo trimestre 2014, infatti, si sono persi in Umbria 3600 posti di lavoro, il tasso di attività è sceso al 60,3 per cento, dei nuovi avviamenti al lavoro solo 8,9 per cento sono a tempo indeterminato, i cassaintegrati sono 25.119, dei quali quasi 14.000 in cassa in deroga per i quali resta aperto sia il problema della copertura economica sia quello normativo visto che la previsione di un massimo di 11 mensilità per il 2014 potrebbe metterci di fronte al fatto che a fine mese, cioè fra pochi giorni, questi lavoratori possano essere licenziati in massa.

Alla luce di tutto questo, i sindacati si sono rivolti alle istituzioni, a tutti i livelli, e agli istituti di credito per riuscire a trovare una rinnovata strategia in termini di investimenti pubblici, privati e bancari. “Premessa, questa, – concludono i sindacati – per permettere di far ripartire l’economia. Fondamentale a questo scopo diventa la semplificazione burocratica”.

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