Defr, il consiglio regionale approva il documento

PERUGIA – Approvato in consiglio regionale il Defr, il documento di economia e finanza regionale 2016/2018, il primo atto di programmazione della nuova maggioranza di governo. Favorevole tutto il Pd e i Socialisti, contrarie le opposizioni.

Il dibattito si è aperto con la relazione del presidente della Prima commissione Andrea Smacchi che ha illustrato il documento in qualità di relatore di maggioranza. “La base di partenza – ha detto Smacchi – è costituita da dati positivi, con un bilancio solido e consolidato. Da qui dovremo partire per un processo di riforma importante, all’interno di un quadro nazionale che presenta segnali discordanti: l’Eurostat dice infatti che il Pil dell’Umbria è sceso, dal 2008 al 2014, dell’8,37 per cento. Segnali di recupero però sono arrivati nell’occupazione, con il numero di lavoratori aumentato del 2,6 per cento nel primo trimestre 2015. In questo quadro, in Umbria alcune imprese si sono rafforzate diventando protagoniste nel mercato italiano e internazionale. D’altro canto ci sono però anche realtà in crisi, che presentano ancora segnali di difficoltà. Per questo – continua il consigliere regionale – l’impegno sarà duplice, fornendo gli strumenti per uno sviluppo consolidato alle aziende leader nei rispettivi settori e costruendo la ripresa economica anche per le situazioni che hanno difficoltà ad uscire dalla crisi. L’impegno della Regione andrà nell’ottica di un rafforzamento dei segni di ripresa, non aumentando le tasse né intaccando le agevolazioni e gli sgravi esistenti. Una strategia dunque tutta d’attacco, che impegna la Regione ad un profondo processo di riforma, a partire dalle Società partecipate e i servizi pubblici locali, con la consueta e doverosa attenzione ai conti pubblici e alle qualità dei servizi che vengono offerti ai cittadini. Il percorso di riforma continuerà tenendo conto dell’impatto della crisi economica, dei mutamenti demografici, dei fenomeni migratori e delle nuove povertà. Una nuova società a cui vogliamo dare risposte con strumenti concreti messi in cantiere come il Piano sociale, il Piano sanitario e il Reddito di inclusione attiva”.

Diverse le visioni nelle relazioni di minoranza. “Il Defr è un libro dei sogni, con tante belle parole senza far capire come perseguire questi obiettivi. La classe politica è lontana anni luce dalla realtà. Dal Defr emergono tutti i problemi della nostra regione legati ad una politica arrogante e autoreferenziale. Questa amministrazione si deve prendere le proprie responsabilità”. Stigmatizzato dalla Carbonari il ritardo con cui il documento arriva il Il Defr arriva con nove mesi di ritardo: “chiediamo per il futuro di rispettare le scadenze per l’approvazione”. Tra i titoli sollecitati la spending review, il potenziamento della centrale unica degli acquisti e il reddito minimo garantito con risorse proprie della Regione. Claudio Ricci ha riproposto la sua risoluzione, bocciata in commissione. “La parte del documento che lascia maggiori perplessità – dice Ricci – è la mancanza di obiettivi concreti, di numeri da raggiungere nel triennio. I dati ci parlano di un Pil molto più basso rispetto alle previsioni. La nostra proposta di risoluzione ha 5 punti essenziali”. Ha parlato di semplificazione, piano di risparmio pubblico, nuovo manifatturiero, trasporti e ambiente.

Nel dibattito che gli interventi di Marco Squarta (Fdi), di Silvano Rometti (Socialisti) e poi Raffaele Nevi (Fi): “Siamo in presenza di un rito stanco”, ha detto il capogruppo forzista. Per la presidente Marini è importante analizzare “punti di forza e di debolezza delle imprese”. Respinto quasi tutti gli emendamenti alla risoluzione di maggioranza. Approvato quello del centrodestra sui trasporti e quello del M5S per l’abbattimento delle liste d’attesa. Votata anche la risoluzione di maggioranza sul Defr che va ad integrare e a rafforzare il documento sulla ricostruzione post terremoto, sulla riforma del sistema sanitario, sui servizi sanitari, sui trasporti e la mobilità, sul ruolo dell’aeroporto San Francesco, sulle politiche ambientali, sul ruolo di Gepafin, sul personale incaricato, sul patrimonio pubblico, sulle politiche abitative ed educative, sulle politiche agricole, sul reddito di inclusione attiva, sulle risorse comunitarie, sulle risorse per l’impiantistica sportiva, sulla film commission, sulle riforme, sulla politica del lavoro, sulle politiche per la città e sul rischio idrogeologico.

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